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I diritti Tv per la serie A e la clausola Covid

Cvc, Advent e Fsi chiedono alla Serie A di inserire una clausola Covid nel contratto di acquisto del 10% della media company del massimo campionato italiano.

Il dettaglio emerge dal parere sulle offerte  delle due cordate di private equity redatto dallo studio Gop, advisor della Serie A nell’affare, che MF-Milano Finanza ha potuto consultare.

Nella sezione dedicata alla proposta del trio Cvc-Advent-Fsi gli  avvocati suggeriscono alla Lega di battersi nelle trattative in corso per “eliminare o modificare la definizione di eventi rilevanti” contenuta nel  term sheet in modo da “limitarla esclusivamente a eventi rilevanti  riconducibili alla volontà dei club”. Si escluderebbero così, in caso di interruzioni dell’attività sportiva indipendenti dalla Serie A (dovuti, per esempio, a misure sanitarie), gli indennizzi pretesi dai fondi a  carico dei club che, secondo i legali, “non sono accettabili”.

Inoltre, i  pagamenti di Cvc alla media company “non dovrebbero essere in alcun modo condizionati alla circostanza che si possano o meno verificare” suddetti eventi rilevanti.

Anzi, gli esperti di Gop propongono di inserire una clausola “Post Covid” per evitare che i fondi possano sciogliersi dal  contratto in caso di ulteriori interruzioni del campionato per cause di  forza maggiori (quale una seconda ondata pandemica) il cui rischio “deve  rimanere a carico” dei private equity.

Intanto, secondo quanto scrive Il Sole 24Ore, sarebbe molto vicina  l’intesa fra una delle cordate – quella di Bain Capital e Nb Renaissance-  e Mediapro. Alcuni incontri la società guidata da Jaume Roures e Tatxo  Benet li avrebbe comunque avuti anche con Cvc, ma alla fine le discussioni  più avanzate e in via di finalizzazione sarebbero fra Bain Capital e  Mediapro.

La stessa Bain Capital, inoltre, ha come advisor industriale  sull’operazione Marco Fassone, ex-amministratore delegato del Milan. Tutto questo mentre oggi le due cordate illustreranno in  video-conferenza e in due sedute separate, una al mattino e una al  pomeriggio, i propri piani industriali ai presidenti della Serie A. Si  entrerà, insomma, nel dettaglio di quel progetto che, dal punto di vista  industriale, dovrebbe approdare alla realizzazione di una sorta di canale con produzione propria e distribuzione ai vari player sulle differenti  piattaforme. Certo è che il tempo inizia a stringere. Una decisione sul consorzio di private equity prescelto, cui vendere il 10% della media  company (che servirà per valorizzare, in Italia e all’estero, il prodotto  Serie A) dovrebbe essere presa nell’arco delle prossime due settimane.

È probabile che però si vada oltre l’assemblea prevista per i primi  giorni della prossima settimana, vista la concomitante chiusura della  tornata di calcio mercato. Dopo il 5 ottobre i riflettori saranno però  puntati lì: sul progetto di sviluppo da condividere con il fondo di  investimento, che a quel punto dovrà essere prescelto.

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