Carlo Cottarelli individua tre aspetti critici del piano Colao uno dei quali, il condono fiscale, rispecchia uno dei peggiori difetti della nostra politica.
“Il primo punto – sottolinea su La Stampa – riguarda la mancata indicazione del costo delle proposte avanzate per le finanze pubbliche. Il rapporto si limita a indicare quali misure richiederanno un finanziamento pubblico. E sono tante: per 83 su 102 delle aree di intervento servono soldi pubblici. Non ho (ancora) una stima di quanto potrebbe costare realizzare queste proposte, ma l’impressione è che non si tratti di noccioline”.
“Certo – prosegue – ci sono i finanziamenti europei del piano Next Generation EU, che saranno proprio volti a realizzare iniziative di rafforzamento strutturale dei Paesi Ue. Ma è impossibile valutare del tutto la validità e la fattibilità di un piano, anche rispetto a possibili alternative, senza conoscerne il costo”.
“Il secondo punto riguarda un aspetto che ritengo essenziale per il buon funzionamento dell’economia italiana e che non viene trattato, se non con un rimando nel rapporto per il presidente del Consiglio. A pagina 10 di quest’ultimo si dice che la riforma della giustizia «con l’obiettivo di ridurre i tempi e aumentare la certezza della giustizia civile, è imprescindibile per un Paese che intenda attrarre gli investimenti esteri e aumentare quelli domestici». Tuttavia, quest’area non viene sviluppata perché di maggior contenuto specialistico”.
“Il problema è che l’efficacia di tante altre riforme proposte da Colao possono funzionare bene solo se riusciremo a far funzionare bene anche la giustizia, e non solo quella civile, ma anche quella penale e amministrativa”.
E infine aggiunge: “Il terzo punto, quello più specifico, riguarda una proposta che mi lascia perplesso. A pagina 17 del Rapporto e nella scheda 7 ci sta l’ennesimo condono fiscale. Non si tratta solo dell’emersione del contante, come suggerito dal titolo della scheda. Il condono comprenderebbe anche la regolarizzazione di «altri valori» e dei capitali «detenuti illegalmente all’estero» (pagina 17 del Rapporto). Non lo si chiama “condono”, preferendo il più elegante “Voluntary Disclosure”, ma quello è: il solito premio dato a chi ha evaso le tasse e il solito incentivo a non pagarle in futuro. Un vero peccato che un rapporto che contiene tante ottime proposte di ammodernamento ne contenga anche una così legata alle peggiori tradizioni della nostra economia”.