Audizione in Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati di Conflavoro Pmi. Si è parlato ovviamente del Decreto Rilancio. Il presidente Roberto Capobianco ha messo sul tavolo diverse proposte. “Prima lo Stato ha dichiarato – investe sulla ripartenza delle imprese e prima ripartono consumi e fatturato e rientra allo Stato quanto concesso in un circolo virtuoso”.
LA NOTA DI CONFLAVORO
Capobianco ha proposto un decreto affitti che bloccherebbe peraltro i contenziosi tra locatario e affittuario prevedendo il 100% di credito d’imposta (anche cedibile a terzi) sia per chi può pagare, sia per il proprietario che invece non riscuote. Spazio anche ai contributi a fondo perduto per imprese e professionisti pari al 100% del fatturato perso e riduzione di iter, oneri e costi burocratici per far ripartire i consumi. Conflavoro Pmi ha poi proposto nuovamente l’ammortizzatore sociale unico senza accordi sindacali, come ha detto il presidente: “usciti dalla porta e rientrati dalla finestra”, con copertura causale Covid-19 sino a fine 2020. E permessi lavorativi per andare incontro alle esigenze di aziende e collaboratori in cassa integrazione. E ancora proposta sul turismo con bonus raddoppiati rispetto agli attuali con liquidità ai beneficiari e dunque senza aggravi per le imprese, nonché promozione in co-branding coi territori. Sul made in Italy, Conflavoro Pmi ha detto in audizione alla Commissione Bilancio della Camera che la digitalizzazione è fondamentale anche nel rilancio dell’immagine italiana. La stessa associazione, che firmerà il Patto per l’export con la Farnesina, sta già organizzando fiere virtuali internazionali per permettere anche alle piccole aziende di esplorare nuovi mercati e stringere rapporti con partner commerciali inediti.
Inoltre – si legge nella nota Conflavoro – è doveroso che lo Stato intervenga a coprire il totale delle perdite subite da un’azienda, altrimenti l’azione istituzionale si riduce non a un rilancio ma a un tentativo di salvezza”. La proposta è quella di modificare l’articolo 25 del decreto attribuendo a ogni singola azienda un contributo a fondo perduto del 100% sulle perdite subite, avendo poi riguardo che tali fondi vengano correttamente indirizzati nell’attività imprenditoriale supportata. Nell’attuale impostazione del dl – continua la nota Conflavoro pmi – invece si concretizza una perdita importante e talvolta non sostenibile dalle imprese poiché la percentuale di fondo concessa è riferita ad una frazione delle perdite, mentre lo Stato deve invece rispondere in altra e ben più energica maniera. Molti imprenditori infatti non potranno progettare la vita della loro impresa partendo da conti negativi portando con sè il dramma sociale dei moltissimi posti di lavoro che si rischiano di perdere. Ragionamento – chiude la nota – che dobbiamo estendere non solo alle persone giuridiche ma anche a quelle fisiche per non vedere disperso un patrimonio di professionalità che da sempre fa dei nostri professionisti un punto di riferimento dell’intero Paese.
”Tutto questo – ha continuato Capobianco – è quanto abbiamo presentato nelle nostre proposte per la ripartenza deve per forza di cose essere correlato a una massiccia deburocratizzazione. Era complicato prima, figuriamoci adesso – ha detto – oggi si continua invece a lavorare con mezzi ordinari nonostante la situazione straordinaria, basti vedere la gestione dei dpi. Serve – ha continuato – semplificare la vita di imprese e famiglie con velocità di risposta prima di tutto, non possiamo attendere decreti attuativi e circolari Inps per mesi. Doveva essere la finanziaria del secolo per l’Italia e invece il Paese è fermo. Ciascuno faccia la propria parte – ha concluso il presidente Conflavoro – prevalga il dialogo e la collaborazione tra istituzioni e parti sociali di ogni estrazione, senza personalismi e interessi privati di sorta, sia dentro il Paese sia con l’Europa. Facciamo l’Italia, ora o mai più”.








