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[L’analisi] Effetto boomerang sul Superbonus. 127 mila nuove assunzioni a rischio

Con l’introduzione del decreto Sostegni-ter è arrivata la stretta al Superbonus. La ridotta possibilità di cedere i crediti maturati nei confronti dello Stato e ora l’allarme di Confartigianato sui posti di lavoro a rischio hanno scatenato le proteste del mondo produttivo e dei consumatori. Le 127mila nuove assunzioni previste dalle imprese edilizie nel primo trimestre del 2022 sono appese agli sviluppi della norma, che tutti auspicano venga cambiata.

La nuova stretta anti-frodi, infatti, rischia di portare alla paralisi dei cantieri perché lo stop al libero flusso dei crediti, che potranno essere ceduti solo una volta, sta riducendo a vista d’occhio le realtà finanziarie disposte a comprarli. Preso atto che il Governo non sembra aver intenzione di intervenire di nuovo tramite decreto, come chiedono in molti, i partiti della maggioranza (ma anche l’opposizione è contraria alla stretta), si preparano a modificare il Sostegni-ter al Senato, dove è appena approdato.

E dove lo stesso Servizio Bilancio di Palazzo Madama ha sollevato qualche dubbio: la stretta potrebbe avere un impatto sugli investimenti e, frenando la spesa, potrebbe allo stesso tempo farsi sentire anche sul gettito a favore dell’erario in termini di Iva, Irpef/Ires e Irap. Un rischio che Governo e Ragioneria dello Stato non avrebbero ben contabilizzato. Il Pd – ma anche altri partiti come il M5S – prepara il suo emendamento che rimodula la norma anti-frodi del governo in modo da consentire una doppia cessione dei crediti.

«Non si può bloccare la doppia cedibilità per le banche a bassa capacità fiscale, rischiando di bloccare il 110% e di perdere posti di lavoro e opportunità per realizzare l’efficientamento energetico. Sarebbe un danno per le famiglie, le imprese e per l’ambiente», ha detto il capogruppo dem in commissione Bilancio al Senato, Daniele Manca, convinto comunque che «sarebbe bene» che fosse il Governo a intervenire.

Anche la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, chiede che si intervenga, e la stessa richiesta viene anche da Maria Teresa Bellucci, deputato e capogruppo FdI in commissione affari sociali, secondo cui «chi lavora e fa impresa non deve subire le storture di un esecutivo che non ha voglia di ammettere le proprie responsabilità e di tornare sui suoi passi».

A ribadire l’urgenza di cambiare una stretta che, secondo l’ordine degli architetti, va contro gli onesti per colpire i disonesti, arriva anche Confartigianato, che parla di un «vero e proprio percorso ad ostacoli» per ottenere il Superbonus, che mette a rischio le assunzioni. «Segnali negativi arrivano già da una sensibile riduzione dei lavori conclusi ammessi a detrazione», spiega la confederazione: a gennaio ammontano a 1.563 milioni di euro, un valore praticamente dimezzato (-46,2%) rispetto ai 2.904 milioni di dicembre 2021 (che aveva segnato un +87,5% rispetto a novembre 2021).

Tutto a causa del travagliato percorso dello sconto al 110% che, introdotto con il decreto legge “Rilancio” del maggio 2020, «nell’arco di 20 mesi ha subito 9 interventi di modifica, 1 ogni 68 giorni». E presto potrebbe anche aggiungersene un’altra, perché non è solo sul fronte degli abusi fiscali che i bonus preoccupano, ma anche su quello delle violazioni delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha proposto di subordinare l’ottenimento dei bonus edilizi all’applicazione dei contratti collettivi nazionali di settore, per tutelare sia i lavoratori che le imprese che già rispettano le regole.

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