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Charles A. Kupchan (La Stampa): «L’Occidente deve mettere subito fine al conflitto per costruire un futuro diverso»

L’analista Charles A. Kupchan in un intervento sulla Stampa invita l’Occidente “a mettere subito fine al conflitto” e spiega il perché: “La guerra in Ucraina sta entrando in una fase molto più pericolosa.

Anche se la Russia sembra aver ridimensionato i suoi obiettivi dopo che Kiev ha arginato l’invasione iniziale di Mosca, adesso il Cremlino è determinato a espandere il più possibile la porzione di territorio in Ucraina orientale e meridionale di cui si è impossessata nel 2014.

Nel frattempo, gli alleati della Nato continuano a procurare armi, passare intelligence e assaporare la prospettiva di una ‘vittoria’ che implichi di scacciare la Russia dall’Ucraina.

Il diritto di Kiev a combattere per la sua sovranità territoriale integrale non rende questo obiettivo strategicamente assennato.

Del resto, il considerevole successo dell’Ucraina nel respingere l’assalto iniziale non dovrebbe dare adito a una fiducia eccessiva nei riguardi delle prossime fasi del conflitto.

Anzi, il pragmatismo strategico assicura un dialogo esplicito tra la Nato e l’Ucraina per contenere le ambizioni di Kiev e accontentarsi di un esito diverso dalla ‘vittoria’.

L’Occidente – sottolinea – deve iniziare a guardare oltre la guerra per salvaguardare un rapporto con la Russia che lasci la porta aperta a un minimo di collaborazione. Anche se si sta profilando una nuova guerra fredda, il dialogo sarà ancora più fondamentale di quanto lo fu durante la prima Guerra fredda.

In un mondo sempre più interdipendente e globalizzato, l’Occidente avrà bisogno di un minimo di collaborazione pragmatica con Mosca per poter affrontare le sfide comuni, tra cui i negoziati per il controllo degli armamenti, le modalità per porre fine al cambiamento del clima, la gestione del cyberspazio e la promozione in tutto il pianeta della sanità.

A questo fine, portare sbrigativamente a termine la guerra con un cessate il fuoco e un accordo negoziato è di gran lunga preferibile sia a una guerra che si potrebbe trascinare ancora a lungo sia a un nuovo conflitto congelato che si potrebbe concludere con una situazione di stallo e ostilità.

Putin è con le spalle al muro. Spingerlo ancora oltre è non necessario e pericoloso in modo insensato. Oltretutto, è difficile che la Cina possa interpretare il contraccolpo russo – in particolare il fatto che la Russia è stata isolata dall’economia globale – come qualcosa di diverso da un secco avvertimento contro l’espansionismo di Pechino”.

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