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Cei: allarme post-Covid su cancro, burocrazia e mafie

In questa fase post-pandemia è allarme per il “cancro” della “burocrazia che troppe volte frena pesantemente progetti e attività imprenditoriali” e per “la malavita mafiosa, che prospera anche nel Nord del Paese”.

Lo sottolineano i vescovi italiani, nel documento finale del Consiglio permanente della Cei, svoltosi a Roma dal 21 al 23 settembre, in cui – in vista dell’Assemblea Generale (16-19 novembre) – si è fatto il punto dell’azione della Caritas nell’emergenza sanitaria e sociale innescata dal Covid-19 e mettere a punto prospettive e proposte d’intervento per il prossimo futuro.

Sul binario di “responsabilità e prossimità”, la Chiesa ha affrontato – specie attraverso la rete delle 218 Caritas diocesane, con la regia di Caritas Italiana – le conseguenze sanitarie e sociali generate dalla pandemia”. I vescovi “con gratitudine” hanno dato voce alle tante iniziative di accoglienza e di servizio con cui si è cercato di rispondere al disagio. Così, insieme all’apprezzamento per la scelta della Cei di destinare oltre 200 milioni di euro – provenienti dai fondi 8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica – c’è stato quello “per la vivacità delle opere realizzate grazie alla disponibilità di decine di migliaia di volontari e operatori, fra cui anche molti giovani, a partire da quelli impegnati nel Servizio Civile Universale”.

In molte realtà si è registrata “una proficua collaborazione con enti pubblici e privati, Amministrazioni comunali, terzo settore, aziende: sono relazioni di cui l’Episcopato sottolinea la ricchezza e a cui intende dare continuità”. Ma accanto ai segni positivi, osserva la Cei, “non sono mancati i motivi di preoccupazione, a partire dal profilarsi del rischio di una crisi che può diventare un moltiplicatore delle diseguaglianze, esacerbando fratture e differenze sociali preesistenti, anche in termini di divario tra Settentrione e Meridione”.

Da una parte, la Chiesa italiana “chiede che si rafforzino – anche attraverso un utilizzo intelligente dei fondi europei – le politiche di attivazione e gli strumenti di inclusione socio-lavorativa, anche con interventi puntuali di riqualificazione professionale e di formazione continua; dall’altra, intende operare per una Caritas ‘concreta, a-politica e della gratuità’ (Benedetto XVI), che sappia esprimere la vicinanza e la solidarietà che nascono dal Vangelo e al Vangelo conducono”.

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