La riapertura delle scuole è un passaggio delicato, uno dei più difficili per il Governo, nella fase di normalizzazione post emergenza. L’analisi dell’editorialista politico Carlo Galli su Repubblica.

“Con il lockdown – spiega Galli – è emersa in tutta la sua evidenza la funzione sociale della scuola, il suo ruolo strategico nel consentire lo svolgimento ordinato del lavoro e delle professioni dei genitori, per i quali sarebbe un peso enorme non potere fruire almeno della ‘normalità’ della riapertura delle scuole. Sarebbe una delusione che non tarderebbe ad assumere aspetti sociali e politici imponenti: del resto, l’opposizione ha ben presente il potenziale esplosivo del dossier, e già se ne sta servendo con polemiche incessanti sulle capacità del ministro Azzolina. E, almeno a giudicare dalla conferenza stampa un po’ imbarazzata di ieri pomeriggio, protagonisti il premier Conte, la stessa Azzolina, Speranza e De Micheli, si ha l’impressione che anche il governo sia consapevole che la scuola è un esame, e non dei più facili. Che le famiglie deluse siano più temibili dei cittadini al voto. La riapertura è un passaggio forse più arduo del referendum e delle elezioni regionali. Gravi disfunzioni e problemi nella regolare apertura dell’anno scolastico sarebbero una delegittimazione dell’operato del governo, già tanto discusso. Sarebbero una frustrazione difficilmente sopportabile dell’ansia di normalità che attraversa il Paese. Una disillusione troppo amara per una società che cerca sicurezza, normalità, ritorno di una ragionevole prevedibilità del futuro. E la preoccupazione traspariva negli interventi alla conferenza stampa, che hanno dato l’impressione che il governo paventi di essere sull’orlo di un collasso nell’impresa che più di ogni altra sta ora a cuore agli italiani. Se poi venisse meno anche la speranza della disponibilità di un vaccino in tempi brevi la crisi potrebbe diventare una tempesta perfetta”.