Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Carlo Bonomi (presidente Confindustria): «Subito le riforme, non vogliamo licenziamenti a raffica»

Al governo chiediamo di fare subito le riforme necessarie: non vogliamo licenziamenti a raffica. Lo afferma il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, intervistato da Teodoro Chiarelli per La Stampa.

All’assemblea di Confindustria si è capito che il clima da parte vostra nei confronti del governo è molto mutato, forse perché Conte è uscito rafforzato dalle elezioni. Vuol dire che lei ha capito che era meglio scendere a patti con il premier?

«Questo Paese è poco abituato ad avere persone che dicono quello che pensano. Io ho il diritto-dovere di criticare quello che ritengo non vada bene. L’atteggiamento di Confindustria non era così conflittuale come veniva raccontato prima, e non è cambiato oggi. C’è stata un’apertura da parte del governo e noi cerchiamo di essere collaborativi e propositivi come sempre».

I maligni dicono, però, che Confindustria avesse scommesso sulla caduta di Conte e su un governo Draghi.

«Noi non facciamo scommesse sulla politica e non ci interessiamo di politica, ne stiamo fuori. Facciamo politica economica».

Il frontismo confindustriale è servito a stanare il governo?

«Non si tratta di stanare nessuno. Noi ragioniamo sui fatti. Il crollo dei consumi, l’abbandono del progetto 4.0, quota 100 che non ha portato nuova occupazione: non c’è stato l’uno a uno, ma semmai una sola entrata ogni due uscite. Abbiamo detto che le politiche attive del lavoro così non avrebbero funzionato e i fatti purtroppo ci stanno dando ragione».

Al premier che ha detto «se falliremo sul Recovery Fund andremo a casa», lei ha ribattuto: andremo tutti a casa…

«Non c’è antagonismo tra me e il presidente del consiglio, sono stati enfatizzati i nostri rapporti dialettici, siamo disposti a collaborare se però c’è una visione di Paese. Se non c’è fiducia le misure di sostegno non si trasformano in economia reale. Infatti i consumi non sono aumentati mentre sono cresciuti i depositi bancari».

Il 1° gennaio scade il blocco, ci sarà un’ondata di licenziamenti?

«Non posso immaginare che il 1° gennaio si possa partire con una raffica di licenziamenti. Non è possibile, non reggiamo. Ondate no, mi auguro di no, e nessuno vuole licenziare. È inevitabile, però, che ci sarà una riorganizzazione. Ma serve una riforma degli ammortizzatori sociali seria. Il tema non è più salvaguardare il posto di lavoro, ma è mettere al centro la persona, la sua occupabilità. Dobbiamo garantire alla persona di essere sempre occupata in un mondo che si trasforma. Proprio per prevenire – va benissimo l’intervento in fase emergenziale – ci poniamo il problema di cosa ci sarà dopo. Non possiamo lasciare mezzo milione di persone senza reddito in un momento come questo».

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.