I magistrati dovranno «voltare pagina». Lo sostiene l’ex Procuratore di Milano a lungo al vertice dell’Anm Edmondo Bruti Liberati, che sostiene sarà necessaria «una rappresentanza pluralistica, senza maggioranze bloccate e logiche localistiche, valorizzando i laici, avvocati e professori». Questa secondo Bruti Liberati è la premessa per ridare prestigio e autorevolezza al Csm.
«La politica, e nel tempo nessun partito si è sottratto» avverte alla luce del confronto con la maggioranza avviato sulla riforma del Csm dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, «dapprima induce in tentazione i magistrati offrendo candidature e poi piange lacrime di coccodrillo. E allora si propongono lacci e lacciuoli così stretti da rasentare l’incostituzionalità». E dunque, sostiene in un’intervista a Repubblica. «dico sì a limiti in ingresso e in uscita per gli incarichi di sindaco e anche di consigliere comunale e assessore».
Quanto al sistema elettorale per il Csm, c’è. Che ne dice?
«Dico no» al maggioritario con collegi uninominali che Cartabia propone, perché «nelle elezioni politiche, ai sistemi maggioritari si attribuiscono i seguenti pregi: un netto distacco tra maggioranza e opposizione, una maggioranza stabile che assicuri la governabilità e questo è esattamente ciò che per il Csm si deve cercare di evitare: non dev’esserci una maggioranza stabile, ne´ due blocchi contrapposti, come rischierebbe di produrre un binominale, ma una rappresentanza che rispecchi il pluralismo di opinioni».
In questo senso, «le proposte della commissione Luciani sono rigorose ed equilibrate: candidatura solo in luogo diverso e lontano da quello in cui si sono svolte le funzioni negli ultimi anni. Aspettativa obbligatoria per l’intero mandato onde evitare di essere amministratore e magistrato». E «dico anche di più: chi lascia la politica deve rientrare in ruolo in un luogo diverso e lontano da quello in cui uno era stato magistrato prima dell’incarico».
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