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Carlo Bonomi (Confindustria): «Il drammatico paradosso è che produrre è diventato anti-economico»

Le imprese italiane non possono continuare a reggere ancora a lungo l’aumento dell’inflazione e dei costi dell’energia; il rischio è che produrre diventi presto antieconomico. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, torna a lanciare l’allarme per il settore produttivo del Paese.

“Il 16% delle imprese ha ridotto o interrotto le produzioni. Se continuiamo così si aggiungerà un altro 30% nei prossimi mesi. Se andiamo a scartamento ridotto è un problema per il Paese”, ha spiegato Bonomi, concludendo il convegno organizzato da Confindustria Piemonte e Intesa Sanpaolo.

“Se abbiamo l’inflazione core all’1,7%, mentre in Europa è al 3%, è perché abbiamo assorbito nelle nostre filiere gli aumenti delle materie prime, quando le troviamo, e dell’energia. Ci stiamo tenendo dentro questi aumenti ma oggi non possiamo più reggere”, ha sottolineato il numero uno degli industriali. Per Bonomi “produrre è diventato antieconomico. Se perdureranno queste condizioni per altri 3 mesi la crescita sarà meno della metà, era prevista al 4%. Nel primo semestre rischiamo la recessione tecnica. I fatti dimostrano che l’industria non si è piegata, ha resistito, con caparbietà, coraggio”.

Nel 2021, ha aggiunto, si è registrato un record di export, “abbiamo sfondato 500 mld (+13%)”. “La crescita dovrebbe essere la stella polare di questo Paese”, ha continuato il presidente di Confindustria, sottolineando come spesso “le decisioni non vanno proprio in quella direzione, molte volte sono indirizzate al dividendo elettorale e poiché l’industria non vota, ha meno attenzione. Per decenni si è deciso di spingere sulla spesa corrente e non sugli investimenti perché la spesa corrente vale per il dividendo elettorale”.

Bonomi chiede al governo “grandi riforme per colmare il gap e sanare gli ultimi 20 anni, sapendo che la politica e i partiti hanno difficoltà perché responsabili delle mancate riforme. Il Pnrr oggi non basta più ad affrontare la situazione – abbiamo ritardi di logistica in tutto il mondo – e oggi c’è bisogno di una guida politica seria, precisa”.

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