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Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Calabria: «Siamo in guerra. Non c’è tempo per litigare»

La sera dell’8 novembre 2020, sono certo che moltissimi Calabresi e tantissimi Italiani, hanno seguito la trasmissione di Massimo Giletti “non è l’arena”. Tra gli argomenti trattati, di assoluta attualità, vi erano l’emergenza COVID-19, con le conseguenti individualizzazioni delle zone che classificano il livello di allerta in Italia suddiviso in giallo, arancione e rosso e la versione dei fatti, afferenti ai postumi dell’intervista rilasciata dall’ex Commissario straordinario alla Sanità della Calabria, Saverio Cotticelli. Sempre nella stessa giornata di ieri, le agenzie di stampa hanno lanciato la notizia relativa alla nomina del successore dell’ex Generale Cotticelli nella persona del Prof. Giuseppe Zuccatelli, nominato in tutta fretta dal governo Conte per risanare la sanità calabrese.

Il neo commissario, contrariamente al precedente, avrà a disposizione una nuova struttura composta da 20 dirigenti e 5 amministrativi. Inoltre, potrà gestire un patrimonio di centinaia di milioni di euro, messi a disposizione per rimpinguare le casse delle strutture ospedaliere e anche per favorire nuove assunzioni. Infine, si apprende dalle agenzie di stampa che il manager indicato dal Governo avrà poteri speciali per poter indicare i nomi dei commissari straordinari delle aziende sanitarie e ospedaliere, dare direttive al Dipartimento Tutela della salute della Regione, potendosi occupare anche di appalti e redigere il piano Covid, lo strumento su cui è caduto l’ex commissario Cotticelli, divenuto nella trasmissione di ieri sera oggetto di chiarimento dove tra l’altro, la versione dell’ex Generale dell’Arma è stata confermata in diretta televisiva da Nuccio Azzarà, segretario generale della Uil reggina, circostanza che sicuramente verrà portata in futuro nelle opportune sedi di competenza giudiziaria.

La vera notizia di ieri sera, fatta passare in secondo piano a seguito della famelica attesa di poter ascoltare la versione di Cotticelli, è stata l’affermazione del Vice Ministro alla Sanità Pierpaolo Sileri: siamo in guerra. Il tono fermo e deciso e soprattutto la terminologia utilizzata, soprattutto per i Calabresi ed in primis per i politici di questa regione, dovrebbe essere un richiamo alle responsabilità, alla coesione ed alla immediata deposizione di tutte le armi dialettiche utilizzati in questi ultimi giorni per tentare di accreditare o screditare una tesi partitica o una posizione personale di un leader, senza voler comprendere sino in fondo la pericolosità vissuta da circa due milioni di Calabresi che vivono una zona rossa non a seguito dei contagi ma per questioni strutturali.

Negli Stati Uniti, il concetto di “sicurezza interna” si estende e si ricombina con le responsabilità delle varie Agenzie Governative e degli Enti, tra i quali la Guardia Nazionale, la Federal Emergency Management Agency, la Guardia Costiera, la US Customs and Border Protection, l’Ufficio Immigrazione e i servizi incaricati dell’applicazione delle norme doganali e della immigrazione, i Servizi Segreti, la Transportation Security Administration, e quella dei servizi di sicurezza per il Trasporto Aereo Civile.

Quanto stiamo vivendo in Italia ed in particolare in Calabria, rappresenta in buona parte un approccio al problema di tutt’altra natura. Di conseguenza, quando si pensa facile non si possono affrontare azioni difficili. A tal fine, con moltissimo rispetto per quanti sono impegnati in politica e, probabilmente non hanno compreso la gravità della circostanza vissuta dai Calabresi, probabilmente perchè non avranno svolto il servizio militare e non hanno mai frequentato un corso N.B.C. ed agli stessi non va indirizzata colpa alcuna.

Oggi, contrariamente a quanti sono alla ricerca di una panacea per l’emergenza dichiarata dal Presidente Conte recentemente, vorrei riproporre quanto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 139 del 17 Giugno 2010 relativamente al D.P.C.M. 5 maggio 2010 Organizzazione nazionale per la gestione di crisi. Abbiamo già tutti gli strumenti per agire, ma occorre smetterla di azzuffarsi. L’Art. 2 – del DPCM del 2010 ha previsto una terminologia interministeriale ben precisa che pone le basi anche per poter strutturare anche l’intero percorso includendo un piano di Safety, di Security e di Recovery.

Al fine di poter consentire la lettura di quanto previsto, ho scelto di pubblicare le fasi salienti afferenti alla situazione di emergenza alla quale siamo sottoposti. Ai fini del presente decreto si intende per:

a) «situazione di crisi»: ogni situazione suscettibile di poter coinvolgere o mettere a rischio gli interessi nazionali, che può avere origine dalla percezione di un potenziale pericolo o in coincidenza di eventi clamorosi o gravemente significativi;

b) «situazione di emergenza»: manifestarsi di una situazione pericolosa che richiede attività e provvedimenti specifici, urgenti, necessari ed eccezionali;

c) «crisi internazionale»: eventi che turbano le relazioni tra Stati o, comunque, suscettibili di mettere in pericolo il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale e che possono coinvolgere o mettere a rischio gli interessi nazionali;

d) «interessi nazionali»: complesso di elementi ed attività, la cui compromissione può arrecare un danno allo Stato; maggiore è l’interesse quanto maggiore é il possibile danno;

e) «sicurezza nazionale»: complesso di misure per la tutela degli interessi nazionali;

f) «misure di prevenzione»: provvedimenti ed attività di preparazione per affrontare un’ipotetica situazione di crisi, comprendenti, tra l’altro, l’individuazione delle procedure decisionali, la programmazione, la pianificazione operativa e l’addestramento del personale, ai diversi livelli;

g) «misure di risposta»: provvedimenti che vengono adottati ed attività che vengono svolte per evitare che una particolare situazione possa degenerare in una situazione di crisi;

h) «misure di gestione»: provvedimenti che vengono adottati ed attività che vengono svolte in una situazione di crisi per evitare, o quantomeno limitare, il danno e per ridurne, comunque, la durata;

i) «misure di contrasto»: complesso di misure di prevenzione, risposta e gestione di situazioni di crisi.

Sempre nella Gazzetta Ufficiale n. 139 del 17 Giugno 2010 il D.P.C.M. del 5 maggio 2010 chiarisce
l’Organizzazione nazionale per la gestione di crisi prevedendo:

Il NISP, ossia il Nucleo interministeriale situazione e pianificazione che é composto da due rappresentanti per ciascuno dei Ministeri degli affari esteri, dell’interno e della difesa, da un rappresentante del Ministero dell’economia e finanze, del Ministero della salute, del Dipartimento della protezione civile, del Dipartimento. Il NISP si avvale del supporto della Commissione Interministeriale Tecnica di Difesa Civile (CITDC), la composizione e compiti della quale sono indicati nel decreto 28 settembre 2001 del Ministro dell’interno.

Inoltre, vengono ben identificate le responsabilità del Ministero della Salute tese a promuovere ed attuare:

  • Iniziative presso governi e paesi alleati poste in atto per lo scambio di informazioni e per la stipula di accordi ;
  • Incremento delle attività di Intelligence;
  • Verifica della corretta informazione specifica da parte dei media;
  • Preparazione – predisposizione di risorse per fronteggiare emergenze bioterroristiche;
  • Risorse chimiche e farmaceutiche;
  • Identificazione fabbisogno e criteri dislocazione topografica risorse per difesa contro il bioterrorismo
  • Gestione controllo e rotazione degli stockpile;
  • Inventario nazionale/internazionale della produzione, commercializzazione distribuzione delle risorse per la difesa contro il bioterrorismo;
  • Programmazione, predisposizione delle risorse economiche per l’adeguamento delle capacità di difesa nazionale contro il bioterrorismo;
  • Promozione e valutazione di iniziative di ricerca e sviluppo tecnologico nello specifico settore;
  • Creazione di reti epidemiologiche di rilevamento sanitario e ambientale di possibili attacchi bioterroristici;
  • Predisposizione innalzamento e mantenimento di capacità di risposta nazionali standardizzate ed aggiornate nonché di correlati protocolli procedurali Dual Use;
  • Profilassi primaria in caso di crisi a favore di rappresentanti di organi costituzionali e di categorie di lavoratori professionalmente esposti;
  • Formazione ed addestramento del personale.

A questo punto, vista l’emergenza posta nella scala della massima criticità e viste le problematiche strutturali afferenti al sistema Sanitario Calabrese, sottoporrei Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Giuseppe Conte, ed a tutti i Ministri competenti, di voler valutare l’ipotesi di inviare la nave portaerei “Cavour“, unitamente ai medici dei Corpi Militari, presso il Porto di Gioia Tauro, prevedendo anche l’istituzione di una cabina di regia presso la Prefettura di Catanzaro per consentire ai soggetti individuati dal D.P.C.M. del 5 Maggio 2010 di potersi attivare ed operare nel rispetto delle normative sopra indicate.

Inoltre, sino a quando non verranno redatti i piani anti-covid, essendo in Calabria esistenti anche persone affette da altre patologie, senza dover aprire strutture ospedaliere fatiscenti che richiederebbero impiego di fondi e tantissimo tempo, allestire ospedali da campo all’interno dei palazzetti dello sport, palestre e/o luoghi messi a disposizione dagli Enti Locali. Il diritto alla salute, sancito dalla nostra Costituzione, continua ad essere un diritto da garantire erga omens in quanto, conferire la precedenza a quanti sono affetti da Covid-19, tralasciando le altre patologie diverrebbe una discriminazione che la nostra forma di Stato non ci consente di praticare.

Da umile studioso delle scienze sociali, mi permetto di scrivere questa riflessione, offrendo qualche spunto e qualche suggerimento. Il tutto, dopo qualche giorno di confronto e dopo aver studiato le norme che disciplinano l’ambito trattato. Infine, conoscendo ed amando la mia terra, non trovo soluzione ai problemi nel litigio ma continua ad intravedere nella Legge e nelle disposizioni normative l’unica strada da percorrere per superare le criticità. Noi Calabresi adesso siamo in una situazione d’emergenza e non possiamo permetterci di continuare a litigare per primeggiare, la guerra in atto non perdonerà nessuno. Quanto ho scritto non vuole essere una lezione per nessuno, ma una semplice proposta metodologica tesa a restituire alle Istituzioni, nei rispettivi ruoli e nelle rispettive funzioni, un modello concreto per agire. Questa volta, per vincere la Guerra, non serviranno le armi. Basteranno l’intelligenza e la buona volontà.

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