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Antonio Troise (Il Giorno): «Seconda ondata: la battaglia è al Sud. Ma nel Mezzogiorno la Sanità è già malata»

Ora è il Sud il fronte della battaglia contro il coronavirus. Lo scrive Antonio Troise sul Giorno osservando però che nel Mezzogiorno la Sanità “è già malata”.

“I numeri – scrive – ci dicono che l’epidemia sta emigrando. Da molti giorni, ormai, la Campania sta superando la Lombardia per numero di contagi. Nulla di sorprendente se si guarda alle classifiche sulla densità abitative, dove Napoli e gran parte della sua provincia occupa stabilmente le prime posizioni. Nessuno, naturalmente, è in grado oggi di prevedere se ci sarà effettivamente una seconda ondata e quali potrebbero essere le sue caratteristiche.

Ma un dato è certo: la nuova trincea della guerra contro il virus rischia di essere a Sud di Roma. Il lockdown generalizzato ed esteso all’intero Paese, insieme con le misure adottate dal governo, ha avuto non solo il grande merito di portare l’Italia dal secondo al diciottesimo posto per numero di contagi ma anche di impedire, di fatto, l’estensione dell’epidemia nelle aree più deboli del Paese.

E questo anche al di là degli interventi adottati nelle singole regioni del Sud, a colpi di ordinanze, proclami o regole ancora più restrittive di quelle nazionali. Fino ad oggi, insomma, la stragrande maggioranza dei Governatori meridionali ha goduto, per così dire, di una rendita di posizione, che si è tradotta anche in dividendo politico nelle ultime elezioni regionali.

Ma ora lo scenario è drasticamente diverso. Il virus rischia di colpire duro proprio nelle aree dove storicamente la sanità è più ‘malata’, dove il gap con le strutture del Centro-Nord non si è mai chiuso. E non solo perché ci sono stati sprechi o gestioni, per così dire, allegre della spesa pubblica. È vero che, dati alla mano, negli ultimi mesi il Sud è riuscito a raddoppiare il numero delle terapie intensive e sub-intensive. E ad attrezzare nuovi reparti Covid.

Ma è anche vero che di fronte ad una brusca impennata dei contagi, il sistema sanitario meridionale è ancora strutturalmente più debole rispetto a quello del Settentrione. Insomma, occorre un piano di interventi immediati per fare fronte alla nuova sfida che il Paese ha di fronte”.

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