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Andrea Monti (Communications Director Milano Cortina 2026): «Olimpiadi, la sfida è alimentare la macchina sportiva organizzativa senza pesare sulle tasche dei cittadini»

«Le Olimpiadi Invernali Milano Cortina 2026 sono un’occasione unica, così come l’Expo Milano 2015, che è stato un punto di svolta per l’economia milanese e lombarda». Ne è convinto Andrea Monti, Communications Director di Milano Cortina 2026, intervenuto in commissione Territorio e infrastrutture di Palazzo Pirelli in merito al programma di lavoro per la preparazione dei Giochi Olimpici.

«Quella a cui stiamo lavorando è una Olimpiade nuova: dobbiamo diventare anche una “media company” per produrre dei contenuti allo scopo di attrarre gli sponsor che ci consentano così di finanziare la macchina dei Giochi», afferma Monti, «se no finisce, come accaduto in passato, che si chiedono i soldi allo Stato o alle Regioni, mentre noi ci romperemo la schiena per non farlo».

Per il Communications Director delle Olimpiadi “italiane” del 2026, la sfida è quella di «alimentare la macchina sportiva organizzativa dei Giochi senza pesare sulle tasche dei cittadini, anzi, cercando di portare ai territori che l’hanno ospitata un beneficio concreto in termini sia di legacy sia di sviluppo economico del tessuto imprenditoriale, artigiano e commerciale del territorio interessato».

Questo è quindi il “target” di Fondazione Milano Cortina 2026, «un ente di diritto privato, presieduta da Giovanni Malagò e giuridicamente definita affinché avesse una agilità operativa, che il pubblico farebbe fatica a dispiegare, ma con, al contempo, procedure orientate al pubblico». I compiti della Fondazione, chiarisce Monti, non includono «la costruzione delle infrastrutture olimpiche, di cui si occuperà un’altra agenzia, ma il nostro compito è quello di finanziare e organizzare la macchina sportiva e organizzativa delle Olimpiadi invernali 2026».

Sul profilo economico, «un accordo con il territorio e le associazioni prevede un valore aggiunto di un miliardo e 200 milioni di euro, prodotti in forma di revenues, e gli occupati sono previsti intorno ai 20mila: questo è quello a cui può portare l’Olimpiade, chiedendo molto poco», afferma ancora il manager, «perché possiamo dire che non costiamo un euro alle tasche dei cittadini», a parte qualche «finanziamento degli Enti Locali necessario a rendere conformi i luoghi di gara, ma si tratta di cifre nell’ordine di milioni di euro».

Enfatizzando anche il ruolo delle Paralimpiadi, «evento che metteremo in luce», Monti insiste su una efficace campagna di marketing, che coinvolgerà l’intero Paese. «Dobbiamo far lavorare tutta l’Italia, anche perché molte delle iniziative collaterali di marketing saranno indirizzate al territorio italiano e non solo lombardo-veneto».

Semplificando i conti economici, Monti rende noto: «questa Olimpiade oggi costa un miliardo e mezzo di euro, e quindi noi dobbiamo portalo a casa», Come? «500 milioni di euro arrivano dal CIO, mentre 500 milioni di euro li dovremmo raccogliere con le sponsorizzazioni, e circa i rimanenti 500 milioni, 250 milioni proveranno dal comparto merchandising /e-commerce che stiamo sviluppando, e 250 milioni ci aspettiamo derivino dal ticketing, che include anche pacchetti di viaggio e non solo il semplice biglietto». Infine, conclude, a fronte, dell’emergenza Covid che tuttavia si spera conclusa nel 2026, anche l’organizzazione delle presenze sarà “nuova”: «Mai più calca, ma distanziamento e cautele».

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