Roma ha bisogno di un museo della Scienza come «volano per pensare la Roma del futuro e rappresentare la base di partenza per la realizzazione di una proposta innovativa e di prim’ordine, competitiva rispetto alle realtà di Londra, di Vienna, di Parigi, di New York o di Tokyo». È l’appello rivolto dall’Accademia dei Lincei alle candidate e ai candidati alla carica di sindaco di Roma Capitale.
Attraverso la sua Commissione per i Musei Naturalistici e i Musei della Scienza, l’accademia scientifica più antica del mondo rileva in una lettera aperta di farsi «interprete di un’esigenza che viene dal tessuto sociale» e per questo, prima ancora di parlare di progetti, invita i candidati a pronunciarsi in merito.
La richiesta, si legge, è di «dotare la città di Roma di un luogo dove avvicinare i cittadini, in particolare i giovani, alla scienza e al suo metodo» grazie alla realizzazione di un progetto del quale si discute ormai dalla fine dell’Ottocento, ma che finora non ha mai trovato una realizzazione e che fa di Roma l’unica a non avere un luogo simile, «a differenza di tutte le metropoli internazionali e anche di altre città italiane», come Milano. Eppure, osservano i Lincei, la pandemia ha dimostrato chiaramente quanto la scienza sia importante per la società.
«Si parla molto di cultura scientifica e della necessità di uno sviluppo scientifico e tecnologico che sia funzionale alla ripresa del Paese e, al tempo stesso, sia sostenibile. Tuttavia, per la diffusione della cultura e per la formazione scientifica (come pure per la ricerca e per l’istruzione scolastica) poco viene fatto in concreto», si rileva nella lettera.
Tante le proposte e i progetti: «dall’ex Mattatoio all’area dell’ex Gazometro all’Ostiense, da uno spazio tra il Lungotevere e via Giulia, oggi adibito a parcheggio, per finire con gli edifici di origine militare di Via Guido Reni di fronte al MAXXI», ma poi un nulla di fatto. Al punto che nel tempo «si è favorita la tendenza a ignorare che nella città di Roma esiste un caleidoscopio di risorse scientifiche, che risulta straordinario nello scenario europeo».
Si ignora cioè, prosegue la Commissione dei Lincei, che a Roma di fatto esiste «una Città della Scienza in larga parte occulta, soffocata dal formidabile repertorio di impianto umanistico di cui la città dispone, invece di costituire un tutt’uno con esso». Il riferimento è, per esempio, alle collezioni come quelle dei musei dell’università Sapienza o dei Musei civici.
«La Commissione» conclude la lettera «potrà fornire, nella massima trasparenza, un contesto di discussione collettiva al più alto livello. Al tempo stesso, manifesta sin da ora la propria disponibilità a collaborare a un’eventuale fase progettuale che abbia l’obiettivo di una maggiore diffusione della conoscenza scientifica e del suo metodo. Lo riteniamo cruciale per Roma dopo oltre un secolo di imbarazzanti fallimenti».








