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Matt Dillon: «Grande leadership di Cuomo a New York, come Conte in Italia»

“Tutti sono stufi di quello che sta succedendo negli Usa, e di come si sta affrontando la questione Covid. Ad un certo punto, io ho smesso di leggere i giornali perché non ne potevo più di quelle notizie. Ma bisogna anche dire che l’America è un paese enorme, e ci sono dei buoni leader locali: ad esempio Cuomo ha fatto un buon lavoro a New York e ha dimostrato una grande leadership, un po’ come ha fatto Conte in Italia”. A dirlo è Matt Dillon che, ospite come presidente onorario della terza edizione del Filming Italy Sardegna Festival, in corso al Forte Village di Santa Margherita di Pula in provincia di Cagliari, ha fatto un’analisi di come il suo paese stia affrontando la pandemia.
“Certo ci sono scelte popolari e altre impopolari – ha proseguito l’attore, senza mai nominare Trump ma con un chiaro riferimento alla sua amministrazione- ma vanno fatte per il bene della comunità. La nostra leadership in questo momento è terribile al vertice, siamo stati sfortunati nella coincidenza degli eventi”. L’attore e regista ha diversi progetti in cantiere, tra cui un film con una produzione francese, ‘Proxima’, un film su Al Capone e un documentario a cui tiene moltissimo e al quale afferma di “aver lavorato per tutta la vita”.
“In ‘Proxima’ ho avuto la possibilità di lavorare con Eva Green sia in Russia che in altre parti del mondo – dice Dillon – Mi piace il suo modo di lavorare. Il mio ruolo non è da protagonista, la storia è su una donna astronauta e sul conflitto che vive col suo femminile. Per me è stata un’esperienza infinitamente interessante, mi è piaciuta la sceneggiatura. Sono molto affascinato da progetti che riguardano il futuro”. E se di Capone “mi è piaciuta la sceneggiatura, mi piace molto come lavora l’attore protagonista del film, Tom Hardy, e ho amato molto il fatto che il personaggio di Al Capone nel film non è stato glorificato, e questo l’ho trovato molto interessante”, spiega, il suo ruolo “è quello del suo migliore amico. Quando arriva in scena si percepisce il forte legame che hanno. Si ha quasi la sensazione che il personaggio di Johnny (il suo personaggio, ndr) sia una specie di fantasia, che ne rappresenta forse il senso di colpa”.

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