“L’investimento e il progetto della “Biennale del Mediterraneo” non si limita al recupero e alla valorizzazione del prezioso patrimonio storico-artistico della città, ma vuole investire nel sostegno a tutte le iniziative che stanno nascendo a Taranto sulla ricerca e lo sviluppo nel campo dell’arte contemporanea, dei nuovi linguaggi e delle industrie creative”.
Così il ministro della Cultura Dario Franceschini nel corso del messaggio inviato per la conferenza stampa prevista a Taranto per l’accordo di programma che sancisce l’avvio del progetto della rassegna artistica e culturale internazionale “Biennale del Mediterraneo”.
“Stiamo lavorando su quest’idea del Mediterraneo come punto di dialogo e di incontro ed è importante un’iniziativa legata all’arte e alla cultura a Taranto, città a cui lo Stato italiano deve molto. La Biennale del Mediterraneo rappresenta un tassello fondamentale di quel “Cantiere Taranto” su cui questo Governo, come quello precedente, sta investendo molto. Uno sforzo generale imponente dal punto di vista delle risorse destinare alle infrastrutture, alla riconversione industriale e alla transizione ecologica ma che non può prescindere dalla cultura, dalla storia millenaria di una città che ha rappresentato uno snodo nevralgico tra oriente e occidente.
Oltre al lavoro di tutela e conservazione del patrimonio che la storia ci ha lasciato dobbiamo investire con maggiore forza sulla creatività e sull’arte contemporanea, un settore di grande crescita per il nostro Paese. La Biennale di Taranto – ha affermato il Ministro – sarà un potente incubatore creativo, destinato a divenire un punto di riferimento nel contesto mediterraneo”.
Inoltre, nel corso dell’inaugurazione a Napoli della mostra multimediale dedicata a Pino Daniele nel Complesso di Santa Caterina a Formiello, il ministro Franceschini ha ribadito: “Mi piacerebbe molto, anche in omaggio a Pino Daniele, che Napoli diventasse la sede di un grande festival della musica internazionale, non soltanto di questa città ma dell’Italia intera. Fatto qui avrebbe un significato particolare. La canzone napoletana è patrimonio culturale del Paese e nella legge sullo spettacolo abbiamo scritto, nel primo articolo, che “la Repubblica riconosce il valore della canzone popolare d’autore”. Non c’era mai stato un riconoscimento di questo tipo e credo che rientri perfettamente nello spirito e nella musica di Pino Daniele”.
“In questo luogo stupendo c’è tutto quello che bisognerebbe fare in Italia: prendere un luogo abbandonato, rigenerarlo e riqualificarlo, rispettando la storia e gli incroci di sedimentazioni di tempi, di stili, di epoche. Saper innestare arte e architettura contemporanea presenti nel tessuto storico di una città e non temere nel sovrapporre gli stili. L’Italia è bella perché si sovrappongono le epoche, dal Medioevo al Rinascimento al Barocco. Uno sull’altro, incrociati fino a non distinguerli più”.








