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Riccardo Negro, Fideuram: “Molti risparmiatori passeranno dal comparto amministrato a quello gestito”

“A fronte di un’incertezza macroeconomica, determinata principalmente dalla situazione geopolitica, ci aspettiamo una crescita finanziaria sostenuta e costante nel medio termine, trainata dal comparto azionario statunitense ed europeo e dai maggiori flussi reddituali generati dall’obbligazionario.

In questo contesto, sempre più risparmiatori si sposteranno dal risparmio amministrato verso il risparmio gestito.

Per quest’anno, l’asset allocation che riteniamo più corretta è quella dei portafogli bilanciati che incorpora il giusto trade-off tra la parte azionaria e quella obbligazionaria, in linea con le aspettative di crescita del capitale nel medio periodo richieste della clientela”.

Lo ha dichiarato Riccardo Negro, chief operating officer & business transformation di Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking, intervenendo al Salone del Risparmio 2024.

“Nell’ottica di completare la pianificazione finanziaria del cliente nel medio-lungo periodo la componente di investimento nei mercati privati, ad esempio private equity, private debt, real estate, è necessaria sia per diversificazione del rischio sia in termini di extra rendimento in un contesto di tassi decrescenti”, aggiunge il manager.

“Per quest’anno continuiamo a investire col fine di incrementare l’efficienza operativa, attraverso la tecnologia e la digitalizzazione, per automatizzare i processi, ottimizzare i costi e incrementare la cybersicurezza.

Il primo ambito di utilizzo degli analytics e degli algoritmi di intelligenza artificiale riguarda i gestori dei fondi, per supportare le decisioni di investimento in modo tale da offrire alla clientela le performance sperate.

Il secondo ambito riguarda l’utilizzo dei dati provenienti dai clienti, con l’obiettivo di costruire prodotti tailor-made.

Per il futuro ci immaginiamo un modello in cui AI e analytics siano utilizzati a supporto dei nostri private banker e consulenti, ma dobbiamo fare attenzione anche ai rischi di tali tecnologie, tra cui possibili bias e discriminazioni”.

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