Riccardo Muti è intervenuto sulle pagine di Repubblica, riguardo la querelle legata alla presenza del pubblico alla prossima edizione del Festival di Sanremo.
«Ho scambiato con Franceschini quattro chiacchiere che si possono riassumere in tre punti fondamentali. Il primo è l’augurio che tutti noi possiamo uscire dalla pandemia, che il mondo della cultura possa ricominciare a fare le cose, che si potrebbe aprire al più presto i teatri al pubblico. Con le cautele del caso, naturalmente. Il secondo, è che la legge è uguale per tutti. E se si chiude, devono chiudere tutti. Il terzo, sulla diatriba Sanremo e l’idea di usare figuranti pagati come pubblico per l’Ariston il mio giudizio è uno: è semplicemente una cosa abominevole. E, tra l’altro, potrebbe rappresentare un precedente gravissimo».
Una forte presa di posizione, assolutamente concorde con quella del ministro della Cultura. «Non dobbiamo avere un pubblico finto, non esiste. È un’idea raccapricciante, fa accapponare la pelle. È assurdo per gli interpreti e per il pubblico vero. Io spero che si possa aprire al più presto e che si possa tornare in scena. Noi al Ravenna Festival, che si svolgeva all’aperto, abbiamo avuto un pubblico a distanza. Nei teatri si può fare la stessa cosa: spettatori distanziati. Così diventano il posto più sicuro. La gente – l’ho detto al ministro – viene per vedere lo spettacolo, mica per parlare col vicino che è seduto accanto».








