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Per il settore immobiliare si immagina una forte ripresa nel 2024 | Lo scenario

I tassi di interesse elevati e l’inflazione pesano sulle compravendite del mercato residenziale, ma le prospettive in Italia sono meno catastrofiche che altrove.

Nel report dell’Ufficio Studi di Gabetti, gli esperti spiegano che l’attività di compravendita degli immobili residenziali nel Paese si sta contraendo rispetto alla fiammata post-Covid del biennio 2021-2022, ma che sembra normalizzarsi sul livello del 2019.

Come già evidenziato, scrive MF-Milano Finanza, nel primo semestre 2023 il mercato residenziale ha subito una contrazione.

Rispetto a un anno fa, il calo delle compravendite è stato del 12%, per un totale di 350.855 transazioni (dati Agenzia delle Entrate).

In particolare, sono state registrate 166.745 transazioni nel primo trimestre e 184.110 nel secondo, con cali rispettivamente dell’8% e del 16%, a confronto con gli stessi trimestri del 2022.

A livello geografico, tutte le macro-aree hanno riscontrato una variazione negativa (il peggiore è il Centro con un -16%).

Nel complesso anche le città hanno segnato un trend negativo: in particolare Bologna ha registrato una flessione del 23%, seguita da Bari (-22%), Milano (-20%), Padova (-18%) e Roma (-16%).

A livello di prezzi però i primi sei mesi dell’anno hanno visto una variazione media intorno al +0,3%, sostanzialmente stabile rispetto al secondo semestre del 2022.

Considerando la variazione semestrale tutte le grandi città hanno registrato valori stabili, mentre quelle più elevate si registrano a Bari e Palermo (entrambe +1%) superando così Milano (+0,9%) e Roma (+0,3%).

Nonostante i segni meno dei primi sei mesi del 2023, secondo Marco Speretta, direttore generale del gruppo Gabetti, il rallentamento dell’inflazione e un possibile calo dei tassi di interesse nei prossimi mesi, suggeriscono che il mercato residenziale potrebbe manifestare segnali di ripresa nella seconda metà del 2024.

In prospettiva, gli esperti si aspettano compravendite nel 2024 tra 660 mila e 680 mila unità, in crescita nel 2025 tra le 700 mila e 720 mila.

Gli esperti mettono in evidenza che, se si considera l’andamento del primo semestre negli ultimi 10 anni, la fotografia cambia sensibilmente: rispetto alla media delle compravendite, pari a 277.550, il primo semestre 2023 è in crescita del 26% ed è il terzo migliore del periodo subito dopo i semestri record del 2021 e 2022, figli della fiammata del mercato residenziale post lockdown.

Questo è indicativo del fatto che l’aumento dei tassi, principale ragione che ha frenato le compravendite, è compensato da una domanda di immobili che rimane comunque elevata rispetto al periodo pre-pandemia.

Oltre a un 2024 in miglioramento, grazie all’arretramento prospettico dell’inflazione e alla dinamica dei tassi di interesse, l’attenzione degli operatori è rivolta alla questione energetica e al ruolo della casa, che guideranno il mercato residenziale nel prossimo futuro.

Si stima che gli edifici più energivori in Italia ammontino tra gli 1,8 e i 2 milioni.

Rimane quindi ancora uno stock da riqualificare intorno a 1,6 milioni di edifici residenziali.

Accanto a questa c’è anche un’altra tendenza che configurerà una nuova fase immobiliare che riguarda il ruolo della casa.

Requisiti quali spazi per la convivialità, smart-working rooms, orti, palestre, fra gli altri, intesi in ottica condominiale, sono sempre più richiesti, al pari dell’ascensore, lo spazio esterno o il posto auto.

Il prodotto immobiliare in nuova costruzione, la cui offerta in Italia non riesce già da diversi anni a soddisfare la domanda potenziale, dovrà tenere conto di queste dinamiche.

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