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Marco Checchi, AD Pelliconi & Spa: “Andiamo verso una nuova globalizzazione che richiederà l’internazionalizzazione delle imprese”

Marco Checchi, Amministratore Delegato Pelliconi & Spa, è intervenuto agli Stati Generali della Ripartenza organizzati dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia il 29 e 30 novembre 2024 a Bologna.

Ecco le sue dichiarazioni prima di intervenire al panel centrato sul tema “Stato, mercato e competitività del sistema imprenditoriale italiano: quali scelte per il futuro?“, moderato dall’economista Giovanni Coco.

“Convegni come questo aiutano sicuramente a capire un po’ la posizione delle industrie italiane. La posizione delle industrie italiane è sicuramente molto competitiva, non solo in Italia ma anche nel mondo. Ma si può fare molto di più, si può fare molto di più quando magari gli imprenditori riconoscono anche nello Stato un qualcuno che aiuta, un qualcuno che in qualche maniera aiuta queste aziende che vanno all’estero, non solo esportando ma anche internazionalizzandosi.

Perché io credo che la globalizzazione come l’abbiamo conosciuta non ci sarà più, ma ci sarà un altro tipo di globalizzazione, sempre molto interessante, ma dove si cercherà di più l’internazionalizzazione, cioè le aziende dovranno andare sui mercati a produrre, perché tutte queste tariffe, dazi di cui sentiamo parlare continuamente, che cosa fanno? Cercano di aiutare un sistema industriale del Paese.

Io credo che per le aziende italiane, soprattutto come la nostra, che fanno commodities, sia importantissimo essere vicini ai clienti, questo non deve però far pensare che le aziende si spostano all’estero, nella realtà la sede della società rimane in Italia, ma si aprono delle nuove filiali produttive, quindi si arricchisce la società, si arricchisce anche il tessuto industriale italiano, anche perché quando le prime vanno, e normalmente sono le aziende un po’ più strutturate, poi ce ne sono altre che seguono, c’è un’intera filiera che si può muovere.

Ecco, il concetto di filiera credo che sia un concetto molto importante per l’Italia, perché l’Italia ha tantissime piccole e medie aziende che purtroppo molto spesso agiscono da solisti, mentre invece bisognerebbe fare più filiera, fare più squadra.

Credo che il tema dell’unità sia centratissimo, non solo come tempistica, ma anche proprio come modello industriale che si deve aggiornare. Io dico sempre, noi aggiorniamo i telefonini una volta al mese, ma noi stessi se ci guardiamo allo specchio chiediamoci: ma da quant’è che io non mi sono aggiornato? Ecco, questa è una domanda che gli imprenditori, soprattutto i piccoli e i medi, si devono fare molto spesso, perché solo così riusciranno a svilupparsi in un mondo che comunque riserva tantissime opportunità, tantissime occasioni per aumentare il proprio business.

Per la nostra azienda il 2025 sarà un altro futuro di sviluppo, di grandi investimenti, perché noi crediamo che va benissimo fare innovazione, va benissimo fare ricerca, va benissimo la sostenibilità, va benissimo tutto, ma poi quello che conta alla fine è il fatturato, e il fatturato se si deve andare a cercare, non entra dalla finestra e quindi bisogna muoversi, essere presenti nel mondo e credo che questo sia un po’ quello che noi abbiamo perseguito negli ultimi anni della nostra vita industriale”.

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