Nella Giornata Mondiale degli Oceani, istituita dall’Onu nel 2008, l’Italia aderisce alla campagna #30by30 lanciata dal governo britannico, per rendere area marina protetta il 30% dei mari entro il 2030. “Se ci prendiamo cura del mare, il mare si prenderà cura di noi – ha detto il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa -. Proteggere la salute dei mari porta benefici alla pesca e al turismo, alla biodiversità e al clima. Nel Dl Rilancio, 40 milioni sono stati destinati alle Zea (Zone economiche ambientali, che comprendono anche le Zea marine)”.
Alla campagna del governo di Londra hanno già aderito Belgio, Belize, Costa Rica, Finlandia, Gabon, Kenya, Palau, Portogallo, Seychelles, Vanuatu, Nigeria e Svezia, ma il WWF spiega che “appena l’1,27% del Mediterraneo è effettivamente protetto, mentre i maggiori scienziati del mondo concordano sul fatto che almeno il 30% del mare dovrebbe essere tutelato”. L’ong propone un “Blue recovery plan, che può mettersi in moto solo se un’efficace protezione del mare e uno sviluppo economico sostenibile diventano la norma”. Questo piano secondo il WWF “potrebbe generare un valore di circa 400 miliardi di euro l’anno, oltre la meta’ del Fondo per la Ripresa della Ue”.
IL SONDAGGIO
Un sondaggio commissionato dall’Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale (Ogs) rivela che l’84% degli italiani considera il mare un bene da tutelare “con urgenza”, ma solo il 47% ritiene di avere un buon livello di conoscenza sul tema. Per favorire lo sviluppo economico legato al mare, il 66% degli italiani vuole un’agenzia europea e il 52% un Ministero del Mare. Per l’Ogs, fra le minacce al Mediterraneo in questo momento ci sono anche le mascherine e i guanti usati per fronteggiare la Covid-19. Se non smaltiti correttamente, rischiano di finire in mare. Ma in occasione della Giornata degli Oceani arrivano anche buone notizie. Per l’Unione europea, l’88,4% delle acque balneabili in Italia è di qualità eccellente, sopra la media Ue dell’84,8%. E uno studio del Cnr, condotto nei mari di tutti il mondo, rivela che che il 92% delle microfibre tessili trovate in acqua sono di origine maturale (cotone e lana) e solo l’8% sono sintetiche.








