Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

L’impegno del governo per le spese per la difesa | L’analisi di Claudio Cerasa

“Il governo, ieri, dopo il bilaterale tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il segretario della Nato, Mark Rutte, ha confermato l’impegno dell’Italia per portare la quota di Pil destinata alla Difesa dall’attuale e misero 1,6 per cento del Pil al 5 per cento”.

Così Claudio Cerasa sul Foglio, sottolineando che “la buona notizia, nell’approccio del governo, è l’idea di combattere la narrazione propagandistica, che arriva dall’opposizione, la stessa che quando si è trovata al governo, dal Pd al M5S, ha sempre aumentato le spese per la Difesa, di considerare il raggiungimento dei target indicati dalla Nato non come un semplice costo ma come un investimento necessario per assicurare ai cittadini maggiore sicurezza.

L’idea del governo, a quanto risulta al Foglio, è quello di arrivare entro un anno al 2,5 per cento, entro cinque anni al 3,5 per cento, per poi toccare quota 5 per cento.

Per arrivare a questo obiettivo, oltre alle spese vi sono assetti da considerare e obiettivi da raggiungere”.

Uno di questi, rivela Cerasa, “è legato a uno sforzo già richiesto ai Carabinieri nell’ambito degli obiettivi Nato che verrà esplicitato dopo il vertice dell’Aia.

Attualmente, per la difesa integrata del territorio, nell’interdizione di area e nella controinterdizione di area, operazioni finalizzate cioè a impedire l’accesso o il movimento in una determinata zona e a neutralizzare le capacità di interdizione, il numero di Carabinieri messo a disposizione della Difesa è pari a novemila unità.

Entro il 2026, il numero verrà quasi triplicato, e si arriverà a 25 mila unità.

La ragione della necessaria escalation difensiva è stata esplicitata giorni fa dal capo di stato maggiore della Difesa, Luciano Portolano, in un’audizione alla Camera, quando ha spiegato, senza giri di parole, quello che la politica fa ancora fatica a dire con chiarezza.

Mosca e altri competitors stanno adottando strategie di sovversione, disinformazione e persuasione con l’obiettivo di erodere l’influenza occidentale e guadagnare maggiore leva politica.

Più difesa uguale più sicurezza. Più sicurezza uguale più sovranità. Meno difesa uguale meno sicurezza.

Meno sicurezza uguale più vulnerabilità dinanzi alle esondazioni dei nuovi e vecchi nemici della libertà, a partire da Putin.

Scegliere da che parte stare, anche in Italia – conclude – non dovrebbe essere così difficile, a meno di non voler perseguire la stessa politica putiniana: se non volete guai, amici europei, disarmatevi e andrà tutto bene”.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.