Filctem Cgil, Femca e Flaei Cisl, Uiltec Uil hanno elaborato un documento con alcune proposte sulla transizione energetica. Tanti i temi toccati: dalla decarbonizzazione all’adozione immediata del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee, fino ad arrivare alla riconversione al metano e al passaggio alle fonti rinnovabili. Di questo e molto altro i segretari generali Marco Falcinelli, Nora Garofalo, Salvatore Mancuso e Paolo Pirani, hanno presentato alla stampa, nel corso di una conferenza online, le idee dell’elaborato.
16 le pagine in cui le 4 Federazioni hanno elaborato una serie di proposte concrete per un’accelerazione del processo di cambiamento del settore dell’energia, quanto mai strategico per il Paese.
«La transizione energetica – si legge nel documento – è divenuta quanto mai urgente anche alla luce dell’accelerazione impressa dalla crisi sanitaria causata dal Covid. Si tratta di un percorso da compiere in tempi certi, anche con il contributo dei fondi messi a disposizione dalla UE: 209 miliardi di cui 80 a fondo perduto».
L’urgente necessità del Pitesai
L’avvio immediato del Pitesai (Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee) assume una rilevante urgenza. Degli ingiustificati rinvii che stanno facendo aumentare la dipendenza energetica italiana. Secondo i sindacati, un’altra delle proposte contenute nel documento, si rende necessaria l’unificazione della rete elettrica italiana di trasmissione e trasporto, chiedendo il superamento dell’articolo 177 del Codice degli Appalti. «L’obbligo per le imprese di distribuzione elettrica e gas di esternalizzare l’80% delle attività avute in concessione depaupera la quantità e la qualità degli investimenti e dei servizi, mettendo a repentaglio migliaia di posti di lavoro qualificati».
Il gas naturale come combustibile fossile di transizione nel passaggio dalle risorse fossili a quelle rinnovabili, verso la decarbonizzazione. Per Filctem, Femca, Flaei, Uiltec il futuro si deve tracciare in questa direzione. «Il nostro Paese può giocare un ruolo green nel Mediterraneo per l’utilizzo di biocarburanti, biometano e idrogeno, candidandosi ad hub energetico europeo».
Non solo eolico e fotovoltaico
Un futuro che non deve prescindere esclusivamente dall’eolico e dal fotovoltaico, ma che deve guardare all’idroelettrico, al geotermico e al rinnovabile termico. «Una corretta transizione energetica deve assumere anche una forte connotazione sociale, perché la transizione ha una ricaduta economica sulle comunità locali. La transizione deve essere capace di tenere insieme ambiente e lavoro e deve garantire il mantenimento dei livelli occupazionali. Le grandi innovazioni che stanno investendo il settore energetico non possono prescindere dall’apporto di figure professionali preparate e che operino in contesti sicuri, anche dal punto di vista sanitario».
Solo così i circa 150 mila lavoratori, che operano nel campo della transizione ecologica, potranno essere coinvolti in questo cambiamento epocale, che avrà benefici sia per le aziende che per tutta la comunità.








