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Il testamento scomodo di Armani: ha imposto le regole per la vendita dell’azienda | L’analisi di Innocenzo Cipolletta

“Ognuno è libero di scrivere il testamento come vuole e sulla sua volontà non si discute. Che Giorgio Armani fosse un maniaco dei particolari e che seguisse tutto dall’inizio alla fine è anche questo fuori di discussione”.

“Ma l’idea di imporre nel testamento le modalità di come gestire la trattativa per cedere l’azienda Armani, individuando già le parti da contattare e le eventuali mosse da effettuare in caso di fallimento, appare un tantino eccessiva”.

Lo sostiene l’economista Innocenzo Cipoletta dalle colonne del magazine Inpiù.net

“Un’operazione di vendita di un’azienda, come un’operazione di acquisto o di fusione, impone l’analisi di molte variabili e la possibilità di variare nel corso del negoziato le scelte fondamentali sulla base delle reazioni degli eventuali acquirenti, nonché delle convenienze e delle circostanze. Dichiarare a priori le proprie mosse non mette in buona posizione i manager che dovranno eseguire il lascito testamentario” conclude Cipolletta.

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