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Gian Marco Committeri, esperto di Tax Credit: “Il focus si sta spostando dall’opera all’industria, quindi per accedere al sostegno di stato serve anche il risultato commerciale”

Gian Marco Committeri, esperto di Tax Credit dell’audiovisivo, è intervenuto agli Stati Generali della Ripartenza organizzati dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia il 29 e 30 novembre 2024 a Bologna.

Ecco le sue dichiarazioni prima di intervenire al panel centrato sul tema “L’industria cinematografca del futuro“, moderato da Fabrizio Salini.

“Lo stato di salute dell’industria cinematografica è sicuramente buono, chiaramente ci sono una serie di tematiche che vanno risolte o comunque gestite nel migliore dei modi, in particolare il supporto pubblico a questo settore che è un supporto che è sempre stato molto importante. Da 15 anni ormai c’è il tax credit di cui si sente parlare molto spesso, adesso c’è stato un po’ di impasse sui nuovi decreti, però insomma è una misura che rimane fondamentale, è una misura che nacque per supportare le opere, perché avevamo un problema con la Comunità Europea per far passare questa misura, per non farla contestare come aiuto di Stato. Abbiamo dovuto utilizzare l’eccezione culturale, quindi la natura dell’opera oggetto di sostegno.

Adesso il nuovo governo sta spostando un po’ il focus dall’opera all’industria, quindi all’impresa cinematografica, quindi bisogna che oltre a fare un’opera che abbia dei requisiti ci sia anche la possibilità di avere un risultato commerciale. Quello che si vuole evitare è che ci siano opere che hanno un sussidio pubblico importante, ma non abbiano poi una capacità commerciale di attirare pubblico e quindi di essere viste. Quindi su questo nuovo paradigma dall’opera all’impresa si gioca un ruolo abbastanza importante.

Per il resto l’industria ha subito un po’ il calo delle produzioni americane con gli scioperi americani, che grazie al tax credit molte produzioni americane e straniere venivano in Italia, quindi è chiaro che il calo delle attività americane impatta anche sulle produzioni italiane che svolgono l’attività esecutiva, impatta su Cinecittà, che ragionevolmente avrà un 2024 meno bello degli anni precedenti, però il 2025 dovrebbe essere un anno di ripresa pressoché totale, quindi l’aspettativa è buona.

L’industria cinematografica è chiamata a una seconda ripartenza. Abbiamo avuto la ripartenza dopo il Covid, molto importante, che quindi scontava anche una voglia di contenuti, una volontà delle persone di condividere contenuti. Adesso dobbiamo ripartire a livello nostro italiano con delle norme di supporto finalmente emanate, finalmente più chiare, e con il supporto esterno del mondo internazionale che sicuramente tornerà a girare in Italia, perché l’Italia avrà tanti difetti, ma sicuramente ha il pregio di essere un posto unico per chi vuole girare cinema o televisione, perché ha delle location evidentemente insuperabili, quindi speriamo che questo ci aiuti.

Anche nel mondo audiovisivo ci sarebbe bisogno di un approccio unitario, quindi ci sarebbe bisogno di una visione un pochino più ampia, cioè ciascuno dovrebbe pensare che se faccio cinema e un altro collega fa televisione facciamo entrambi audiovisivo, dovremmo avere a cuore le sorti dell’audiovisivo inteso in senso generale, non cinema contro televisione, non film italiani contro film internazionali, perché anche un film internazionale che viene in Italia e occupa molte persone, troup e altri soggetti, fornitori italiani, è comunque qualcosa che porta una crescita del PIL, un importante momento di confronto anche con modus operandi diversi, quindi bisogna essere uniti per essere anche più grandi nelle sfide con il mondo esterno e internazionale, per non essere fagocitati”.

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