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Franco Massi, Segretario Generale Corte dei Conti: “Sull’importanza della Difesa c’รจ un gap culturale da colmare”

Franco Massi, Segretario generale della Corte dei conti e giร  Vicesegretario Generale della Difesa, ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza organizzati dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia il 29 e 30 novembre 2024 a Bologna.

Nel corso della sua partecipazione, ha dialogato con il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, il Generale Carmine Masiello, per approfondire la situazione geopolitica e i prossimi scenari planetari.

Riportiamo di seguito il suo intervento integrale.

“Buongiorno a tutti. Devo dire che soltanto l’amicizia senza limiti con il professor Balestra, cioรจ con l’amico Luigi Balestra, mi ha costretto a venire qui a moderare un personaggio come il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, perchรฉ moderare il generale di corpo d’armata carica speciale, Carmine Masiello, ci conosciamo da qualche anno, non รจ facile, non รจ un’impresa facile, non lo รจ almeno per me, notoriamente con mezzi limitati sia dal punto di vista culturale sia dal punto di vista conoscitivo.

Lo faccio tanto perchรฉ Luigi mi ha costretto, a Luigi non posso mai dire di no, e quindi siamo qui per questo. Lo faccio non tanto da segretario generale della Corte dei Conti, che non ne avrei neanche le competenze, lo faccio piรน che altro da ex vice segretario generale della difesa e da attuale presidente dell’OIV della difesa. Perchรฉ, come diceva il presidente Cossiga, nel mondo della difesa una volta che ci entri non ne esci mai piรน, ed รจ cosรฌ anche per me.

In realtร  il mondo della difesa รจ un mondo particolare che purtroppo troppa poca gente conosce, siamo qui per questo, ed รจ un mondo che invece tutti i cittadini dovrebbero conoscere, tutti, nessuno escluso. Quando ho letto il titolo dell’intervento ho pensato, l’altro regalo di Luigi, perรฒ in realtร  dietro di grandi paroloni ci sono sempre concetti molto semplici. Ogni aggregazione umana nasce con delle persone, con degli esseri umani, che mettono insieme delle risorse e creano il cosiddetto erario pubblico.

L’erario pubblico รจ l’insieme di risorse che si decide di condividere per fare qualcosa insieme. Una volta che hai messo insieme le risorse la prima cosa che fai รจ la difesa, cioรจ ti devi cautelare rispetto al resto del mondo che hai intorno, devi occuparti della sicurezza esterna, c’รจ la difesa, e della sicurezza interna c’รจ l’ordine pubblico. Perchรฉ se quella aggregazione sociale non la stabilizzi non puoi fare nient’altro.

Qualche mese fa discutevo con un bel gruppo di giovani, trentenni, l’etร  dei miei figli, e discutevamo di alcuni temi, appunto di geopolitica, e mi รจ piaciuto molto un ragazzo che nel farmi una domanda mi ha detto ยซsai, io partirei dal primum vivere de inde filosofari e arriverei al si vis pacem para bellumยป. Eccezionale la capacitร  di questo ragazzo di ventinove anni di condensare in due concetti tutto quello di cui dobbiamo parlare oggi. Eccezionale la capacitร  di questo ragazzo di capire che tutti questi schemi mentali, culturali, logici, artistici, di cui ci siamo riempiti negli ultimi ottant’anni, diventano tutta carta a straccia se non abbiamo un sistema defenzionale che funzioni.

Mi ha colpito la capacitร  di questo ragazzo di rendersi conto che la nostra generazione โ€“ noi appartiamo ai cosiddetti boomers โ€“ abbiamo dato per scontato la pace. Siamo nati perchรฉ i nostri genitori avevano vissuto la seconda guerra mondiale e ce l’hanno raccontata. Poi la guerra l’abbiamo vissuta attraverso i film, le azioni, i soldatini da piccoli.

Abbiamo sempre immaginato che tutto fosse cosรฌ lontano e remoto a noi nel convincerci che era tutt’altro un’immaginazione o comunque che nel mondo di oggi e di domani tutti questi concetti erano piรน da studiare su libri di storia, di geopolitica che non da affrontare. Poi di colpo ci siamo resi conto che non รจ cosรฌ. Il conflitto europeo, adesso ultimamente il conflitto del Medio Oriente, ogni giorno ci bombarda sui telegiornali e quindi รจ entrato nelle nostre case, รจ entrato nelle nostre menti, ma i conflitti ci sono sempre stati.

La veritร  รจ che noi ce ne fregavamo altamente, non ci interessavano proprio. In molti continenti del mondo, il mondo africano, ci sono sempre stati questi conflitti. Eppure noi continuavamo a occuparci di tante altre cose, immaginando di perdere tempo dietro questo.

Invece scopriamo oggi che questo รจ importante, che se non abbiamo questo assetto non andiamo da nessuna parte. Oggi scopriamo che tutte le risorse che si vogliono destinare alle scuole, alla ricerca, alla cultura, all’assetto sanitario, importantissimo, ci mancherebbe altro per la crescita di un Paese, ma tutto quanto questo, se non รจ perimetrato, come dicevamo prima, se non รจ ben coibentato da un assetto di sicurezza esterna o interna, non si riesce a sviluppare, non possiamo darlo piรน per scontato.

E allora esce fuori, anche con i numeri, e noi come Oiv di aiuto alla difesa, Carmine lo sa, l’abbiamo analizzato, esce fuori che in questi ultimi 30-35 anni, non sta bene neanche Biagio Mazzotta, perchรฉ da ragioniere generale lui queste cose le ha seguiti in prima persona, negli ultimi 30-35 anni c’รจ stato un decalage continuo sulle spese per la difesa, ritenendole inutili, inopportune, politicamente inopportune, perchรฉ non possiamo dare i soldi ai cari armati, agli aerei, alle navi da guerra e sottrarli ad altre funzioni dello Stato.

Ora invece ci rendiamo conto, e forse occorre un po’ sbrigarsi, รจ rincorrere questo gap, che รจ un gap culturale innanzitutto, ancor prima che economico, e su questo gap dobbiamo oggi confrontarci. Io spacchetterei un po’ in due parti il tema che รจ stato assegnato, si parla di prospettive per la persona e per l’economia, allora io parlerei prima della persona, quindi della sicurezza fisica delle persone e poi gli aspetti di impatto sull’economia, quindi partirei dal primum vivere deinde filosofari, a filosofare siamo bravissimi noi in Italia, siamo i primi del mondo a filosofare, in tutti i campi delle scienze umane, ma prima bisogna vivere, prima di essere sicuri di vivere.

Recentemente c’รจ stata una manifestazione organizzata dal Generale Masiello dove c’era il Presidente del Consiglio dei Ministri che ha assistito a un’esercitazione di alcuni suoi militari iperspecializzati.

Ho raccolto un commento, ero lรฌ vicino, dicendo che quando senti esplodere capisci alcune cose che non intuisci facilmente nella vita quotidiana. In quell’incontro vi dicevo con dei ragazzi trentenni, laureandi, c’erano anche tre ucraini che facevano l’universitร  qui giร  prima della guerra, del conflitto, e mi hanno raccontato che anche loro filosofeggiavano tanto, anche loro facevano bei convegni come questo di oggi, con bel buffet qua fuori, anche loro facevano le passeggiate nei negozi. Poi da un giorno all’altro si sono trovati le strade bombardate, le case abbattute, gli amici uccisi per strada, a volte i genitori persi, su tante realtร  che se non le vivi รจ difficile da immaginare.

La prima esercitazione a fuoco l’ho fatta 44 anni fa ad Anziatella, lui ne sa qualcosa, e mi ricordo a 15 anni quell’impatto di sentire fucili che esplodono, bombe a mano che esplodono, era la prima volta che mi accadeva in vita mia e dicevo ma che รจ questa roba. Poi tante altre volte ho fatto esercitazioni a fuoco, tante volte ho trovato con loro la stessa esercitazione a fuoco, parlo con lui, parlo con la personaggione della Marina, con la personaggione dell’Aeronautica, ti raccontano di nostre navi attaccate dagli UTI, di nostri aerei che ingaggiano al combattimento con aeri russi che hanno sforato il confine e ti rendi conto che questa realtร  pian pianino si sta avvicinando anche a noi e quindi quelle lacrime che vedevo nei volti di quei tre ragazzi quando mi raccontano che anche loro facevano la stessa nostra vita, uguale identica, anche loro filosofeggiavano, poi si sono resi conto che il vivere non รจ cosรฌ scontato, non รจ affatto cosรฌ scontato e sono situazioni brutali a cui bisogna prepararsi, sono assenzioni di effetti psicologici che probabilmente ancora non abbiamo, dobbiamo per tempo prepararci anche a questo e quindi vuol dire cambiare l’approccio, dal primum vivere passiamo al si vis pacem parabellum, รจ una frase che sta in una caserma dell’esercito spagnolo se non mi ricordo male, ma poi in realtร  รจ stata coniata da noi perchรฉ poi la gente ci frega sempre le cose migliori della nostra storia. Il si vis pacem parabellum รจ un po’ il leitmotiv della difesa in generale e del segretariato generale direzione nazionale armamenti e cioรจ io non sto qui perchรฉ sono un guerrafondaio come diceva lui, non sto qui perchรฉ voglio fare la guerra, io voglio prepotentemente la pace ma sono assolutamente convinto che se non mostro i muscoli qualcuno uno schiaffo me lo dร , se non mostro i muscoli qualcuno prima o poi me lo schiaffo me lo dร .

E cosa vuol dire mostrare i muscoli? Vuol dire fare qualcosa di diverso, quello che abbiamo fatto negli ultimi trent’anni, noi negli ultimi trent’anni, ve lo stavo dicendo prima, il peso, piccolo passo indietro, il bilancio pubblico di questo รจ il maestro Biagio Mazzotta, รจ il primo atto politico di ogni congregazione sociale, il primo atto politico รจ il bilancio pubblico perchรฉ cosa ci fai con l’erario, quello รจ il momento in cui dici che vuoi fare, cosa vuoi essere e dove vuoi andare. Quindi non รจ vero che la manovra del bilancio รจ quel rito che conosce soltanto la ragioneria generale, la corte di conti e gli addetti ai lavori, non รจ cosรฌ, il bilancio preventivo di ogni Stato democratico รจ il primo atto in cui si dice che volemmo fare, quello รจ il primo atto e in questo che volemmo fare negli ultimi trent’anni non abbiamo deciso che la difesa era un soldi sperperati, non so se la corte di conti ha detto una cosa del genere, perรฒ sicuramente a livello politico รจ stato ritenuto che non valeva la pena destinare tanti soldi alla difesa perchรฉ magari era piรน importante fare altre cose, era piรน importante accontentare Peppe Recinto e fare belle scuole o belle mostre di arte o di pittura o quant’altro. Noi siamo scesi dal 5% del peso sull’intero bilancio pubblico all’attuale 3,2%, noi in 23 anni abbiamo perso qualcosa come 120 miliardi, voi direte che questi 120 miliardi saranno sicuramente stati investiti in cose ben piรน utili alla difesa, puรฒ darsi, puรฒ darsi, non ne sono sicuro, sa di fatto che adesso perรฒ dobbiamo correre a recuperare quel gap, quei 120 miliardi sono quegli assetti strategici ma anche tattici di cui parlava lui che noi non abbiamo e dobbiamo sbrigarci a recuperare perchรฉ il fattore tempo non รจ neutro, il fattore tempo non รจ indifferente e su questo arriviamo al secondo argomento.

Adesso negli ultimi anni gli investimenti di colpo stanno aumentando, di colpo vediamo dalle statistiche negli ultimi 4-5 anni tanti stanziamenti sulla difesa, ma questi stanziamenti vuol dire che le risorse devono essere spese e devono essere spese con delle procedure di spesa perchรฉ ahimรจ esiste la ragioneria generale e la corte dei conti, non ci possiamo fare niente e allora con queste procedure di spesa che sono figlie degli 80 anni di pace scontata in cui tutti quanti vogliamo se bene, non c’รจ problema, la guerra lasciamo perdere gli addetti ai lavori, ora non sappiamo piรน come fare perchรฉ noi abbiamo ancora la presunzione che per comprare un car armato o una nave da guerra o un elicottero d’attacco dobbiamo fare le stesse identiche procedure che fa Peppe Recito per comprare le scrivanie delle scuole e non puรฒ funzionare ovviamente, noi oggi le stesse procedure le utilizziamo dalle penne BIC e dalle scrivanie e dagli arredi delle sale di abballo anche per comprare gli sistemi di arma, tutto quanto questo qualcosa non puรฒ andare. In un discorso che ha fatto recentemente lui ha detto passiamo dalla cultura del procedimento alla cultura di risultato, cultura di risultato vuol dire che dobbiamo sbrigarci ad acquisire questi assetti perchรฉ se pensiamo alla burocrazia anzichรฉ a ottenere quello che serve noi rischiamo che quando arriverร  questo qualcosa non ci saremo piรน. Lo so che sembra un discorso un po’ brutale, perรฒ ve lo dico anche col sorriso sulle labbra perchรฉ รจ una realtร  con cui dobbiamo imparare a confrontarci, ve lo dico da misero magistrato della Corte dei Conti, non sono io un tecnico della guerra, perรฒ avendo il privilegio di lavorare lรฌ dentro mi rendo conto che queste realtร  si stanno avvicinando sempre piรน a noi”.

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