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Enrico Al Mureden, Ordinario di Diritto Civile all’Università di Bologna: “Dobbiamo imparare a regolamentare la sinfonia stradale fatta da macchine ipertecnologiche e da auto non moderne”

Enrico Al Mureden, Ordinario di Diritto Civile all’Università di Bologna, è intervenuto a Roma al Circolo dei Magistrati della Corte dei conti dove ha partecipato come relatore al Cenacolo della Ripartenza sulla Mobilità Digitale che si è tenuto il 25 settembre 2025.

Ecco le sue opinioni raccolte a fine serata.

Professore, questa sera si è parlato di mobilità digitale con la presentazione di un libro veramente interessante. È stato un dibattito molto attivo e molto costruttivo.

Sì, è stato un dibattito un dibattito veramente interessante perché il libro di Fabio Pressi, Mobilità Digitale, compendia tutte le sfide della nuova mobilità, che deve essere soprattutto connessa e automatizzata.

C’è un’espressione molto bella in questo libro, si parla di “sinfonia stradale” per descrivere il rapporto che ci sarà in futuro tra le auto autonome e gli altri utenti della strada, che in realtà non saranno così connessi. Da questo punto di vista è stato molto interessante anche il dibattito che si è sviluppato sotto la direzione di Gian Luca Pellegrini, direttore editoriale di Quattro Ruote, con la dottoressa Luciana Iorio, che portava proprio l’esperienza del Global Forum. Su questo abbiamo messo appunto una particolare sensibilità, cioè quella di in qualche modo includere dentro la connettività anche quegli utenti vulnerabili. Ma aggiungo io anche un po’ fuori di controllo, cioè pedoni e ciclisti che non sono obbligati a conoscere le regole disegnate anche per proteggerli.

Quindi Il diritto si sta attrezzando anche per trovare delle infrastrutture giuridiche che permettano di includere questi soggetti nella mobilità del futuro e di renderla di conseguenza più sicura anche per loro.

È anche interessante il passaggio della responsabilità tra l’umano e l’intelligenza artificiale, per esempio la lettura della segnaletica stradale.

Questo è un tema del futuro, ma in realtà anche dell’attualità. In realtà molti auto oggi leggono i cartelli stradali e proprio un servizio di QuattroRuote dava una sintesi di come questi cartelli siano disegnati, posizionati e mantenuti in un modo che rendono già difficile l’adattività della persona per l’interpretazione.

Quando questi saranno letti in modo affidabile, ma rigido da una macchina, questa necessità diventerà sempre più forte, oltre a quella di cambiare delle regole, che danno per scontato che l’interprete di questi segnali sia la persona e che invece sarà sempre meno coinvolta in questi processi.

Nonostante la complessità del tema e il numero degli attori coinvolti, comunque c’è speranza per un futuro sempre più efficace dal punto di vista della mobilità e della sicurezza.

Sì, questo è, diciamo, la speranza e l’obiettivo di tutti, anzi, questo libro, penso che sia proprio l’occasione di discutere in modo interdisciplinare su questo tema e di far vedere come tante professionalità diverse se convergono sullo stesso obiettivo.

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