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Eike Schmidt (Direttore degli Uffizi): «Il colpo della pandemia è stato fortissimo, ma gli Uffizi hanno resistito»

Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt intervistato dall’Associazione Stampa Estera in Italia ha rivelato per la prima volta i numeri che le Gallerie degli Uffizi hanno registrato nel 2020. “Il colpo della pandemia è stato fortissimo, ma le Gallerie degli Uffizi resistono: nel 2020 abbiamo avuto complessivamente 1.206.175 visitatori (Uffizi: 659.043; Palazzo Pitti: 198.270; Giardino di Boboli 348.862), il 27,5% dell’anno precedente, nonostante il Covid e tutto quello che ha comportato in termini di chiusure e restrizioni. Questo ci posiziona al settimo posto tra i musei d’arte di tutto il mondo (nel 2019 eravamo al nono posto in classifica). Abbiamo perso il 72% dei visitatori, percentuale identica al Louvre di Parigi e al Reina Sofia di Madrid. Complessivamente abbiamo realizzato introiti per 8,8 milioni di euro, che rispecchiano esattamente la percentuale di decrescita dei visitatori.

Nel 2019 gli incassi erano stati di 34 milioni di euro. Tuttavia, nel 2020 abbiamo riscontrato anche degli sviluppi molto positivi: le popolazioni cittadina e regionale si sono riappropriate dei nostri musei, sia in visto un incremento come mai prima nelle visite e interazioni presenza che attraverso i media digitali. Inoltre abbiamo con gli Uffizi da parte dei giovani fino a 25 anni”.

“L’analisi dei numeri ce lo conferma: per i visitatori sotto i 25 anni si è registrata una crescita stabile tra fine giugno e la terza settimana di agosto. Si tratta di una crescita che vale in particolare per la fascia 19-25. Dunque l’effetto che si potrebbe chiamare ‘Socrate-Ferragni’ (per le visite in Galleria di Martina Socrate il 12 giugno e Chiara Ferragni il 17 luglio) viene solidamente supportato dai numeri, che rivelano come non si sia trattato di fenomeni isolati o episodici, ma di uno sviluppo durevole e di ampio respiro, grazie ad una strategia precisa e sistematica di avvicinamento rivolta ai giovani.

Il maggior ingaggio del pubblico giovanile lo si comprende attraverso l’analisi delle percentuali, dalle quali rileviamo una stabile fruizione degli under 19 per tutta l’estate nonostante la mancanza di gite scolastiche, e una crescita singolare nella fascia 19-25 da inizio giugno a fine luglio, seguita da una relativa stabilizzazione durata fino ad ottobre. Nel 2020 per la prima volta la presenza di visitatori under 25 alla Galleria degli Uffizi è stata più di un terzo del totale (34,6%). Questo equivale ad una crescita della fascia pari al +24,9% rispetto all’anno precedente. Per la fascia 19-25 si registra un netto salto dal 6,1% (2019) al 14,3% (2020): una crescita del +134,4 % rispetto all’anno precedente. Il picco è stato raggiunto nelle due settimane dopo il 17 luglio, data della visita di Chiara Ferragni agli Uffizi”

“Il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure, grazie all’inclusione nel biglietto degli Uffizi ha raggiunto la scorsa estate il suo record assoluto di visitatori. Nel 2020 il 53,1% dei visitatori del museo sono entrati con il biglietto degli Uffizi. Nel 2019 erano stati il 22,7% (crescita +30,4%). Questi numeri confermano che anche all’interno della stessa città, il sistema del gemellaggio tra un museo grande ed uno piccolo serve a distribuire i flussi turistici e ad offrire la possibilità di una conoscenza più capillare dei nostri tesori.

L’esempio di Anghiari, invece conferma che la strategia degli Uffizi diffusi funziona anche a livello regionale. Con l’esposizione sulla Battaglia di Anghiari (tavola Doria ed altre opere degli Uffizi) il museo ha più che raddoppiato i visitatori. Grazie alla mostra, in corso dal 1/9/19 al 3/5/20, in questo periodo ci sono state 6.037 presenze, +111,8% rispetto al 2019. Non solo, si è creata una vera e propria ‘onda lunga’, benefica, con una crescita degli ingressi proseguita anche a mostra conclusa: infatti ad agosto 2020 ci sono stati infatti 2065 visitatori, +63,9% rispetto all’agosto 2019 (quando erano stati 1.260)”. 

“Per i musei non aspettiamo la ripartenza vera prima dell’anno prossimo. Dal 2022 ci aspettiamo il ritorno alla grande richiesta che c’era prima della pandemia. Operativamente, come Uffizi per inizio maggio saremo pronti a riaprire: abbiamo 15 nuove sale dedicate alla pittura del Cinquecento fiorentino e romano che verranno inaugurate lo stesso giorno in cui il museo tornerà ad accogliere il pubblico. Quello che ci auguriamo, in cui speriamo fortemente, è una riapertura stabile. Ed abbiamo anche la speranza di poter evitare nuove chiusure il prossimo inverno, anche se ora è presto per poter azzardare qualsiasi ipotesi in questo ambito”.

“La strategia degli Uffizi diffusi potrebbe servire da modello anche per altre città d’arte e per altri territori: più facilmente, in regioni come la Lombardia, o l’Emilia Romagna, più difficilmente nel Veneto, per le caratteristiche assai diverse tra Venezia e la terraferma. Quanto agli Uffizi diffusi, le prime iniziative in partenza, già nelle prossime settimane, riguarderanno realtà piccole e saranno in questa fase iniziale nella maggior parte esposizioni temporanee; l’idea è però di trasformare tutto questo in un network stabile, al punto di avere una parte del nostro sito web appositamente dedicata ai musei toscani e alle iniziative degli Uffizi Diffusi. Sarà una grande operazione in fieri: via via, ogni anno, si aggiungeranno sempre nuove iniziative, piccole e grandi”.

“Più che l’apertura di sedi distaccate in altri continenti, stiamo organizzando e portando all’estero esposizioni, tese anche a suscitare interesse non solo per gli Uffizi stessi, ma per la Toscana e per l’Italia. Ogni visitatore di una mostra degli Uffizi da qualche parte nel mondo diventa un potenziale futuro visitatore delle Gallerie ed in quanto tale contribuirà anche all’economia regionale e nazionale. Riguardo ai maxi progetti di ‘traslochi globali’ di altri musei a lungo termine potremo solo dire tra molti anni se i benefici siano stati maggiori dei costi, e se lo siano stati solo per il territorio di destinazione o anche per quello di origine”

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