«Gli eventi estremi meteo-climatici in Europa hanno comportato una perdita economica di circa 500 miliardi negli ultimi 40 anni. Se la temperatura del globo aumenterà di 3 gradi, si avrà una perdita annua di 170 miliardi di euro». Comincia con le parole del dr. Sergio Castellari, Primo tecnologo INGV, esperto clima e ambiente, il webinar organizzato dall’Osservatorio Economico e Sociale Riparte l’Italia “Il clima che cambia, politiche di mitigazione e adattamento”. L’evento, moderato da Antonello Barone, ideatore del Festival del Sarà, ha visto come protagonisti anche Marina Vitullo e Emanuele Peschi, funzionari dell’ISPRA.
«I modelli climatici del futuro – spiega il dr. Castellari – ci fanno capire l’incidenza dell’aumento della temperatura sull’economia italiana. Per esempio con un aumento di 2,5 gradi centigradi si avrà un danno per l’economia italiana pari all’8% del PIL pro-capite. E l’Italia è un paese particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici, perché è all’interno dell’area mediterranea che è un hot spot dei cambiamenti».
Significative anche le ricadute sulla salute della popolazione italiana, soprattutto per le fasce più deboli: «L’aumento degli incendi boschivi, la riduzione dell’acqua disponibile e la maggiore richiesta di energia fanno emergere nuove patologie ed effetti negativi sulla salute di bambini e anziani, soprattutto di quelli che hanno malattie cardiorespiratorie».
Il futuro può essere cambiato grazie alla misure di adattamento: «Dobbiamo usare in maniera più efficiente l’acqua che avremo a disposizione, che sarà sempre meno – continua il dr. Castellari –. Le norme edilizie devono tenere conto delle future condizioni climatiche. Sarà necessario soprattutto lavorare a piani locali di adattamento».
Il problema non riguarda solo l’Italia: «Adattamento più intelligente, più sistemico, più rapido, con azioni internazionali per la resilienza climatica. Questo ci chiede l’Europa», ha precisato il dr. Castellari. «La vera innovazione si può fare con le soluzioni ispirate alla Natura, che preservano la Natura e contrastano i cambiamenti climatici. Sono soluzioni che producono dei benefici in molti settori: per esempio gli edifici verdi, il recupero delle piane alluvionali o le piane alluvionali urbane come ci sono a Copenaghen. La road map su cui muoversi è quella del Green Deal Europeo».
In Italia stiamo mettendo in campo delle iniziative che cercano di mitigare i cambiamenti climatici: «Molto recente è l’attivazione del programma sperimentale di interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano, che interesserà i singoli comuni con popolazione uguale o superiore ai 60 mila abitanti per un budget di quasi 80 milioni di euro. Questo è quello che serve, un finanziamento per le politiche green di contrasto al climate change».
«L’unico modo per contrastare i cambiamenti climatici –conclude il dr. Castellari – è ragionare e pianificare oltre la legislatura, con un arco temporale che superi i 5 anni di mandato, altrimenti non si riuscirà a risolvere il problema. Individuare una serie di indicatori da monitorare è l’unica strada che possa garantirci un futuro. Per voler vivere bene domani, conviene investire oggi fondi sul green».