Vino e olio, i due prodotti simbolo Made in Tuscany più richiesti ed esportati in Usa, non godranno di “sconti” o esenzioni da parte dell’amministrazione Trump.
Il nuovo ordine esecutivo del presidente americano, che stabilisce la lista dei prodotti agroalimentari esclusi dal dazio del 15% già entrato in vigore, non prevede alcuno dei prodotti italiani e toscani esportati in modo significativo negli Stati Uniti.
Oltre a vino e olio, che da soli valgono il 93% del valore delle esportazioni regionali nel mercato statunitense – poco meno di 1 miliardo di euro – restano esclusi dalla lista anche pecorino e pasta.
A denunciarlo è Coldiretti Toscana che chiede all’Europa di riaprire la discussione con l’amministrazione americana “prima che l’impatto dei dazi comprometta in modo pesante e duraturo le imprese in un mercato come quello americano che ci sono voluti anni per consolidarlo”, spiega la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani.
Cesani torna a chiedere nuovamente di “rivedere l’elenco” anche alla luce dei primi riflessi sulle esportazioni crollate nei primi sei mesi dell’anno del 31% per i prodotti agricoli e del 9% per quanto riguarda alimenti, bevande (e tabacco) secondo l’Istat.
Graziati, al contrario, dalla “gabella” a stelle e strisce alimenti come banane, pomodori, tè e caffè, succhi di frutta, cacao, arance, alcuni tagli di bovino (che l’Italia non è ancora autorizzata a esportare negli Usa), alcuni fertilizzanti, pinoli e frutta esotica: prodotti che non possono essere coltivati negli Stati Uniti oppure realizzati in quantità largamente inferiori al fabbisogno interno, e i cui prezzi – a causa dei dazi – erano diventati proibitivi sul mercato americano.
In questo quadro Coldiretti Toscana ribadisce l’urgenza di evitare l’introduzione del dazio del 107% sulla pasta, che rappresenterebbe un colpo mortale per uno dei simboli del nostro export negli Usa, e di continuare a lavorare senza sosta per ottenere la cancellazione dei dazi su vino, olio extravergine e pecorino, oggi tra i prodotti tricolori più penalizzati e a rischio di perdere quote rilevanti di mercato.








