La visione di Nouriel Roubini è ottimistica: l’economia crescerà e la rivoluzione scientifica contribuirà a un futuro pieno di salute ed energia pulita. Ma si profila una frattura tra superuomini e loro vassalli. A loro bisogna pensare. Senza integrazione, cambio di mentalità e politiche governative che favoriscano l’innovazione, la Ue sarà il vaso di coccio del grande scontro tra Cina e America.
Non è semplice convivere con un soprannome come Dottor Sventura, a meno che non si sia dotati di senso dell’umorismo come Nouriel Roubini, Dr. Doom per l’appunto, famoso economista che insegna alla New York University avendo ricoperto numerosi incarichi pubblici, dal Fmi al Tesoro Usa. Il suo soprannome gli deriva dal fatto di aver previsto già nel 2006 la crisi finanziaria del 2008 provocata in gran parte dalla facile concessione di mutui sub-prime (cioè a debitori di dubbia solvibilità) e la conseguente Grande Recessione. Preconizzò anche (ma questo era più facile) il brutale arretramento economico causato dalla pandemia Covid.
Ebbene, la settimana scorsa a Milano Roubini ha delineato le grandi sfide del futuro e, sebbene la prolusione sia iniziata su un tono ottimistico, le conclusioni possono lasciare un po’ preoccupati. Sull’impatto della tecnologia, Roubini afferma di essere ottimista. La sua constatazione è che la rivoluzione scientifica cui stiamo assistendo non ha precedenti, sia dal punto di vista della velocità che della sostanza: dai semiconduttori alla robotica, passando per la ricerca biomedica, le biotecnologie, l’informatica quantistica, la space economy, le ricadute sulla difesa, l’intelligenza artificiale, la tecnologia verde, la fusione nucleare (che l’economista stima in un quinquennio passare dalla fase della ricerca alla produzione commerciale), la guida autonoma, le batterie a lunga durata, la scienza dei materiali. Si tratta di un insieme di sviluppi tecno-scientifici che avranno un effetto nemmeno lontanamente paragonabile all’invenzione della stampa, della macchina a vapore o della bomba atomica.
Bello: un futuro di salute, lunga vita, energia pulita, mobilità e ricerca intellettuale senza precedenti. Sì, perb… la prima fonte di preoccupazione è che molte di queste tecnologie possono essere utilizzate dal lato oscuro della forza, che sia statale o criminale. Ma proseguiamo.
L’economia. Come è ovvio subirà un forte impatto da questa distruzione creatrice. Roubini cita approvandoli i tre economisti Mokyr, Aghion e Howitt premiati con il Nobel per i loro studi sui rapporti tra crescita e innovazione e prevede che questo boom tecnologico potrebbe portare pure ad un boom economico con tre divaricazioni piuttosto importanti.
La prima è tra ricchi e poveri. L’economista americano tra il serio e il faceto crede che i 1.000 miliardi di dollari promessi a Musk nel caso in cui Tesla raggiunga certi obiettivi sembreranno tra 20-30 anni roba da dilettanti. I super ricchi della tecnologia avranno patrimoni da 5.000 miliardi e questo si evince non solo dalle centinaia di miliardi che si investono nell’IA ma anche dal tasso di crescita delle più grandi società tecnologiche del mondo, da Microsoft ad Apple, passando per le solite note (Amazon, Meta, Google, Oracle, Tesla e così via). Questo risultato non si riverserà a favore di tutta la popolazione perché nel frattempo si verificherà il secondo fenomeno di divaricazione: quella tra chi avrà gli strumenti cognitivi adeguati nell’era dell’IA e chi no.
Lo scenario è distopico: il 15-20% dell’umanità sarà costituito da superuomini, nel vero senso della parola, persone che grazie alla tecnologia potranno sfruttare la propria intelligenza in modo inaudito. Il famoso chip nel cervello di cui parla sempre Musk. Gli altri faranno mestieri dal tocco umano ma a bassa produttività, badanti, infermieri, personale del settore turistico, almeno fino a che gli altri gradiranno avere a che fare con loro e non con un robot (o un replicante, chissà mai!). Di questo 80% bisognerà prendersi cura ed allora il reddito di cittadinanza non sarà più il reddito di nullafacenza grillino ma qualcosa di indispensabile.
Wow. In attesa di questa società di Spartiati, Perieci ed Iloti che succede qui ed ora? Ecco la terza differenza, foriera di brutte notizie per l’Europa. Nonostante la ricerca di base e molte università siano ottime, il capitale umano evoluto e la ricchezza alta, il Vecchio Continente non riesce a trasferire il suo know-how alle imprese. Tra le più grandi società nate negli ultimi 50 anni, 200 sono americane e desolatamente solo 15 europee. Il debito Usa non preoccupa più di tanto Roubini, che paragona gli Stati Uniti a una impresa in crescita grazie a debito e capitale ma che grazie ai profitti sarà in grado di ripagare tutto.
Prescrizioni per l’Europa? “U-nì-sci-ti!”. Senza integrazione, investimenti in difesa, cambio di mentalità e politiche governative che favoriscano l’innovazione e il rischio saremo i vasi di coccio del grande scontro geopolitico ed economico tra Cina e America.
Tralasciamo le preoccupazioni a breve di stagflazione, esplosione del debito, deglobalizzazione, cambiamento climatico, immigrazione, pure espresse dal nostro Nouriel. Ce n’è abbastanza per riflettere, ma non azzardiamoci a chiamarlo Doctor Doom.








