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Cesare Caldarelli, AD Vittoria Assicurazioni: “Non solo polizze, ora tocca a servizi”

Un’alleanza importante con Mapfre, prima assicurazione di Spagna, che potrebbe evolvere in un legame più stretto.

La volontà di arricchire l’offerta assicurativa con nuovi servizi, continuando a crescere nonostante le sfide impreviste delle catastrofi naturali che hanno fortemente impattato il 2023.

E l’intenzione di sperimentare nuovi canali ma continuando a mettere sempre gli agenti al centro del modello di business, alleggerendo intanto il peso sul settore immobiliare, ma senza fretta.

Vittoria Assicurazioni, la storica compagnia assicurativa controllata dalla famiglia di Carlo Acutis traccia la strada dello sviluppo per i mesi a venire come racconta in questa intervista a MF-Milano Finanza l’amministratore delegato della compagnia Cesare Caldarelli, che si dice ottimista sul settore “con le prospettive che restano positive nonostante l’incognita di nuovi eventi naturali”.

Come avete chiuso il bilancio del 2023?

Abbiamo avuto ottimi risultati, con un utile di 80,8 milioni nonostante ci sia stato un impatto record di perdite di 250 milioni dovuto alle grandinate e alle alluvioni registrate lo scorso anno.

Grazie anche ai contratti riassicurativi abbiamo limitato i danni, con un combined ratio (il rapporto tra costi e sinistri pagati rispetto ai premi incassati, ndr) che resta molto buono, al 95%, grazie anche all’aumento delle tariffe auto salite lo scorso anno in media del 4,5% che si prevede arriveranno a un aumento del 7% a fine anno.

I premi complessivi hanno superato gli 1,7 miliardi e il solvency ratio è di assoluta tranquillità, pari a oltre il 200%.

Pagherete cedole agli azionisti?

Manterremo stabile il dividendo a circa 30 milioni di euro, come accade da anni.

Il resto dell’utile verrà utilizzato per sostenere l’ulteriore sviluppo della compagnia, che secondo le nostre previsioni continuerà a crescere ai livelli degli anni passati perché lo scenario, nonostante le sfide, resta positivo.

Per il futuro punteremo molto sui servizi da offrire ai nostri clienti, dal settore auto alla sanità.

Un trend, quello dell’offerta di servizi aggiuntivi, che caratterizza un po’ tutto il settore assicurativo.

Per crescere in questo mercato avete scelto gli spagnoli di Mapfre che continuano a manifestare interesse per il mercato italiano ma non hanno ancora trovato il modo di entrare in maniera incisiva in Italia. Potranno farlo con voi?

Con loro, a maggio dello scorso anno, abbiamo creato una joint venture al 50% dedicata ai servizi di assistenza e al momento l’impegno riguarda solo questo.

Per quanto ci concerne vogliamo crescere nel comparto dei servizi e per questo abbiamo creato una società apposita, Vittoria Service, che detiene la joint venture con Mapfre nel settore auto, ma non solo.

Cosa altro c’è?

Dopo quasi 35 anni di alleanza con Das, con reciproca soddisfazione, a dicembre scorso abbiamo deciso di sciogliere l’accordo, dato che questo settore sarà sviluppato direttamente da Vittoria.

Questo non toglie che potremmo collaborare ancora con Das in futuro, che consideriamo un partner molto affidabile.

Quale è il terzo business di assistenza?

Quello sanitario, settore che sta crescendo molto, specie dopo la pandemia.

In questo caso abbiamo deciso di creare una joint venture con il gruppo De Pasquale che detiene il 49% del capitale, con Vittoria Service che ha il 51%.

Un business destinato a crescere è anche quello legato all’assicurazione delle catastrofi naturali con il governo che, dal 2025, ha previsto l’obbligo per le imprese di sottoscrivere una copertura assicurativa. Siete pronti?

Mancano ancora dettagli importanti per capire come sarà definita la norma a partire dal decreto attuativo che dovrà essere emanato dal ministero dello Sviluppo economico di concerto con il ministero dell’Economia e deve essere anche chiarito il perimetro di intervento di Sace come riassicuratore.

Per il settore assicurativo è un banco di prova e un’opportunità importante anche se resta fuori, almeno per ora, il patrimonio immobiliare dei privati che è enormemente sotto assicurato mentre le imprese, in particolare le più grandi, spesso hanno già una copertura assicurativa.

Il segnale arrivato dal governo è comunque positivo perché riconosce il ruolo che possono avere le assicurazioni.

Nel 2023 l’altra sfida che ha dovuto affrontare il settore è stata quella di riequilibrare il ramo Rc Auto finito spesso in perdita tra frequenza dei sinistri salita e costi dei ricambi cresciuti per l’aumento dell’inflazione. Che effetto ha avuto questo trend sul business di Vittoria, concentrato soprattutto nel ramo danni?

Il settore è tornato profittevole grazie al graduale aumento del premio medio.

Nell’Rc Auto abbiamo tra l’altro iniziato anche a vendere polizze online.

Entro la fine dell’anno le nostre agenzie diventeranno pienamente operative anche con questa modalità.

Il cliente potrà fare tutto via internet ma la distribuzione avverrà sempre per il tramite di un’agenzia, che resta il fulcro del modello di Vittoria assicurazioni.

Continuerete a vendere immobili per ridurre l’esposizione al settore come avete già fatto in passato?

Nei prossimi anni potremmo cedere circa 200 milioni di immobili come abbiamo già fatto con Casa Milan.

Si tratta di asset non più strategici, come altre strutture immobiliari a Milano, ma che sono a reddito e che quindi non abbiamo alcuna fretta di vendere.

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