Il primo bilancio di queste vacanze è “deprimente e “sottotono”: mare e montagna si aggirano intorno al 60% di occupazione contro il 90% dello scorso anno, mentre si registra un vero e proprio crollo per le città d’arte e di conseguenza per il settore del lusso, con solo il 20% di lavoro.
Lo dichiara in un’intervista all’Agi, il presidente di Federlaberghi, Bernabò Bocca, che si dice molto preoccupato anche per il futuro: “Il 2020 è un anno perso, non ci si aspettano numeri diversi nelle città d’arte anche per settembre. Ero molto ottimista sul 2021 ma i nostri rappresentanti americani dicono che se ne parlerà solo nel secondo semestre dell’anno – spiega Bocca – il mercato italiano ha risposto alle aspettative nei numeri che poteva permettersi e nelle destinazioni che ci aspettavamo. Il mercato straniero è stato di piccoli numeri. Abbiamo destinazioni di vacanza come mare e montagna che stanno facendo intorno al 50-60% di occupazione contro l’80-90% dell’anno precedente. La tragedia sono le città d’arte, che sono quelle che lavorano molto con il turismo straniero oltreoceano. Sono intorno al 20% di occupazione e anche sul mese di settembre purtroppo i numeri non sono diversi. Per queste destinazioni – prosegue il numero uno di Federalberghi – il 2020 è un anno perso dove bisogna cercare di sopravvivere. C’è un crollo del turismo dall’estero, c’è qualche tedesco, svizzero, francese, ma eravamo abituati ad avere decine di migliaia di presenze dai mercati americani, russi, brasiliani. Non si confondano – conclude – le spiagge affollate con gli alberghi pieni. Molte persone vanno in giornata o si prendono case in affitto o vengono ospitati. In questo momento sono in Sardegna, le spiagge sono affollate ma gli alberghi sono vuoti”.