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Arte e influencer, la nuova frontiera ‘rock’ inaugurata dagli Uffizi

Come immagini gli Uffizi? Perché saranno pop, cool e anche un po’ rock. Eike Schmidt, il direttore del museo fiorentino, racconta al Corriere della Sera la sua sfida per rendere sempre più accessibile e partecipata l’arte.
Secondo Schmidt, la “riflessione ed esperienza ispirano da sempre molti visitatori degli Uffizi, il pubblico adulto e il più preparato. Manca invece l’imitazione, una strategia utile per far entrare i giovani. E siccome i giovani s’identificano con i loro beniamini, che oggi chiamiamo influencer, ho invitato Chiara Ferragni – spiega Schmidt – dopo la visita della Ferragni, non solo i ragazzi hanno invaso i nostri social a caccia di bellezza e di cultura, ma in tantissimi hanno acquistato un biglietto per visitare dal vivo il museo. Ecco perché io ho in mente di chiamare altre icone pop, personaggi che sanno parlare ai teenager e apprezzano l’arte più sublime. Ci sono state rockstar che con la loro musica ispirata a brani classici hanno aperto le porte a questo genere di musica a milioni di giovani. Facciamolo anche con le arti figurative”.
“Ho iniziato – prosegue il direttore – una crociata contro i soloni che vogliono calcificare i musei, riservarli a una stretta élite, creare un abisso tra loro, i veri sapienti, e gli altri. Negli Usa molti musei non sono riusciti più a parlare con le nuove generazioni e hanno chiuso o sono stati venduti all’asta. La vera banalizzazione è quella di creare una torre d’avorio. I miei Uffizi sono il museo più bello del mondo ma non saranno mai un santuario. Lo scorso – sottolinea Schmidt – anno abbiamo abbassato l’altezza della Tebaide del Beato Angelico, un capolavoro che attira moltissimo i più piccoli. Lo hanno ammirato finalmente a 65 centimetri da terra e guardare lo stupore di quei bambini è stata una meraviglia. Sembrava che entrassero nel dipinto, leggessero la fiaba più bella. Così abbiamo deciso di moltiplicare l’esperienza. Stiamo cercando le opere giuste a misura di bambino”.

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