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La materia prima dell’Italia è il cervello. Investiamo di più nella ricerca | L’intervento di Antonio Zoccoli, Presidente Istituto Nazionale Fisica Nucleare

Antonio Zoccoli, Presidente Istituto Nazionale Fisica Nucleare, ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza 2025 “Insieme per far crescere l’Italia”, organizzati a Bologna dal 27 al 29 novembre 2025 dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.

Il suo intervento si è tenuto nel panel “La scienza e la verità: il valore della ricerca“, moderato dal giornalista Olivio Romanini.

Presidente, oggi si è parlato del valore della ricerca in Italia, dell’importanza di continuare a lavorare sempre di più sulla ricerca, proprio perché è nella tradizione italiana e proprio perché garantisce il futuro.

Assolutamente, la ricerca è un valore fondante della nostra società moderna. Senza la ricerca, senza il metodo scientifico, non saremmo nella società di adesso, saremmo ancora nel Seicento con una società agricola e non industrializzata.

L’Italia deve investire sulla ricerca, ha una scuola di primissimo ordine che è riconosciuta in tutto il mondo e dobbiamo riconoscere una volta tanto che il nostro sistema formativo, che è quello delle scuole superiori dell’università, alla fine funziona. In ambito scientifico, ingegneria, chimica, fisica, materie STEM, i nostri ragazzi sono assolutamente competitivi con quelli degli altri paesi. Abbiamo una risorsa unica che è il cervello, magari non abbiamo materie prime, ma in questa società che cambia, avere delle persone che sono in grado di sfruttare le nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale, le tecnologie quantistiche, la medicina RNA è fondamentale e per far questo dobbiamo avere dei giovani preparati, li abbiamo.

Investiamo su questi giovani, investiamo sulle infrastrutture di ricerca. Sappiamo che quando si investe sull’infrastruttura di ricerca si ha un enorme ritorno economico, non solo di ricerca, ma proprio sulla economia della società. Avere la capacità di implementare l’intelligenza artificiale nella produzione e quindi ottimizzare la produzione, minimizzare gli errori, minimizzare gli stop degli impianti industriali porta un grande beneficio economico.

Quindi non è un investimento solo intellettuale, ma è un investimento sul futuro della nostra società.

Lei ha parlato di giovani, però c’è un problema di attrattività dell’estero rispetto ai nostri ricercatori?

C’è un problema di attrattività dell’estero perché all’estero pagano di più, però dobbiamo ricordarci due cose. Uno è che vive nel nostro paese e si vive molto meglio che negli altri paesi.

Io ho lavorato all’estero e so quanto bene si vive in Italia. E in secondo luogo noi siamo un popolo creativo, siamo un popolo che non ha nulla da invidiare ad altri popoli. La nostra comunità scientifica è adesso, grazie agli investimenti del Ministero dell’Università della Ricerca, col PNRR, sulle infrastrutture di ricerca, abbiamo laboratori competitivi nel mondo.

Quindi siamo anche attrattivi noi. Siamo un po’ sottopagati. Se ci aumentasse lo stipendio saremmo ancora più attrattivi, però già così secondo me possiamo giocare la nostra sfida.

Quindi giochiamola e proviamo a vincerla, non sempre partendo sconfitti. Dobbiamo essere convinti che c’è una partita aperta e possiamo vincerla.

E qui agli Stati Generali della ripartenza noi mettiamo proprio insieme i vari mondi, quindi il mondo accademico, il mondo delle istituzioni, le imprese, la società civile. Quanto è importante questo dialogo per la crescita dell’Italia?

Guardi, è fondamentale. Parlavamo prima di intelligenza artificiale. Ora, abbiamo in Italia una potenza di calcolo, che è quella che serve per addestrare gli algoritmi di intelligenza artificiale, che è la seconda al mondo, dopo gli Stati Uniti.

Nessuno lo sa perché da noi si dicono solo le cose che non funzionano. Cosa dobbiamo fare? L’Accademia, il mondo della ricerca, le usa queste risorse di calcolo. Ora dovremmo far sì che queste competenze vengano trasferite al mondo produttivo.

Questa è la sfida e quindi questo lo puoi fare solo quando metti insieme diversi attore, istituzionale, l’università e la ricerca e il mondo produttivo. È quello che si fa in questo posto, quindi benvengano iniziative come questa.

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