Il Parco archeologico di Segesta si appresta a riaprire con il nuovo e monumentale ingresso all’Agorà, la grande piazza, sul lato che conduce verso l’ala Nord-Est della Stoà, rinvenuto durante la campagna di scavi, in corso di realizzazione. Una riapertura nel segno di molte e importanti novità che offre il Parco di Segesta, a partire dai rinvenimenti emersi durante gli scavi che sono stati condotti nelle due Acropoli: l’Acropoli Nord con gli edifici pubblici e il teatro e l’Acropoli Sud, riservata alle residenze private, e che si ampliano alla realizzazione di nuove opere che renderanno più interessante e curiosa la visita al sito archeologico. A raccontarle è l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà.
«Le importanti rivelazioni emerse dagli scavi, le opere realizzate e i nuovi percorsi individuati all’interno del Parco ci offrono una entusiasmante rilettura urbanistica della città di Segesta e ci consentono, oggi ancora meglio, di comprendere le dimensioni e le relazioni che si svolgevano all’interno della Città. La campagna di scavi, infatti, oltre ad aver riportato in luce il monumentale ingresso all’Agorà, ha evidenziato nella parte Sud dell’Acropoli una complessa rete che dimostra come questa zona fosse fortemente antropizzata. I lavori di ricerca e le opere realizzate in questi mesi, e che si andranno a definire tra aprile e maggio, sono espressione della vivacità e della passione con cui sta operando la nuova direzione del Parco».
Un lavoro estenuante, certificato anche dalle parole dell’archeologa Rossella Giglio, direttrice del Parco di Segesta e degli scavi. «Abbiamo operato gli scavi sia nella parte Nord che Sud dell’Acropoli. La parte Sud dell’Acropoli nonostante sia un sito di interesse strategico, era stata sempre esclusa dalle visite dei turisti per la difficoltà di accesso dovuta alla fitta vegetazione. Abbiamo realizzato un nuovo percorso pedonale che consentirà ai turisti la visita del cantiere di scavo nella parte dell’abitato ellenistico-romano dove si potrà ammirare la Casa del Navarca, una ricca abitazione della fine del III-I sec. a.C., decorata con disegni parietali, mosaici e mensole a forma di prua di nave con il rostro, che ha permesso l’identificazione del proprietario nella figura del navarca Eraclio, amico di Cicerone».
Tra le novità, inoltre, c’è anche la ristrutturazione dello “Stazzo”, un piccolo edificio rurale che costituisce il primo punto di accoglienza, utilizzando edifici esistenti, all’interno dell’area del Parco di Segesta. Proprio qui, a maggior, verrà inaugurata la mostra, progettata in collaborazione con l’Università di Palermo, “I volti del sacro nella Segesta elima. Spazi, riti, oggetti”, prima esposizione dei reperti archeologici e dei pannelli esplicativi che narrano la storia del sito.
 
								 
				 
								 
								 
								 
								








