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Pupi Avati (regista): «Il boom degli anni ’60 non era solo economico, ma anche culturale»

“No, non mi sento di paragonare il periodo del cosiddetto ‘boom’ del Dopoguerra, che caratterizzò gli anni Cinquanta e soprattutto gli anni Sessanta, con la situazione angosciata che viviamo oggi alle prese con una infinità di problemi.   Francamente, non riesco proprio a vedere dove si possa riscontrare ora tutto questo benessere… Nel nostro ambito che riguarda il mondo della cultura e dello spettacolo, ad esempio, i cinema sono vuoti e i teatri quasi…”. E’ quanto afferma all’AdnKronos il regista Pupi Avati, commentando le ultime stime sulla ripresa economica in Italia, che risulterebbe essere superiore a quella degli altri Paesi sviluppati, al punto da far parlare di ‘locomotiva europea’.

Osserva ancora Pupi Avati: “Gli anni Cinquanta e Sessanta segnarono ad esempio la rinascita del cinema italiano, che conquistò il mondo! No, direi nessun paragone. Anche perché – sottolinea il regista – una vera ripresa, un vero boom che segni la rinascita di un Paese, si ha quando oltre all’economia rinascono la cultura e l’arte: quella è vera ‘rinascita’, non basta qualche punto di Pil in più per parlare di boom”.     

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