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Dario Balotta (presidente Osservatorio sui trasporti e sulle privatizzazioni): «Se le scuole non riaprono prima dell’11 gennaio, è colpa delle Regioni che controllano male i trasporti da decenni»

Se il Trasporto pubblico locale va così male, la colpa non può che essere delle Regioni, che lo controllano saldamente 1977. Ed è per questo motivo che le scuole superiori non potranno riaprire prima dell’11 gennaio. Così il presidente dell’Osservatorio sui trasporti e sulle privatizzazioni, Dario Balotta, ha riassunto gli enormi problemi che l’Italia si porta dietro da anni sui trasporti, sottolineando come «l’utilizzo di parte del parco fermo, che consiste in 30 mila autobus e di altrettanti autisti in cassa integrazione, non è ancora stato organizzato dai Comuni e dalle loro aziende municipali per portare in sicurezza gli studenti a scuola e i pendolari al lavoro».

«Se la gestione sanitaria e la somministrazione del vaccino sono in ritardo nonostante i lockdown morbidi di questi mesi anche il sistema dei trasporti pubblici non riesce ad assicurare un efficace sistema di distanziamento, mostrando scarsa flessibilità e pessima organizzazione aziendale».

Balotta non si spiega l’inutilizzo dei bus privati. «È inspiegabile il motivo per cui non si utilizzino i bus privati, l’uso dei bus Gran Turismo costerebbe meno della metà di quanto costino i bus pubblici. Sono più ecologici e puliti con 4,8 anni di età media contro i 12 anni di quelli pubblici».

Un immobilismo, quello tutto italiano, che non ha smosso più di tanto il settore. «Neppure l’eccezionalità della situazione sanitaria ha scosso l’assetto monopolista del settore chiuso e protetto dall’ingresso di nuove aziende sui perimetri degli affidamenti comunali e provinciali. Più di 20 anni di federalismo dei trasporti ci hanno consegnato aziende inefficienti, un continuo incremento della spesa pubblica e l’Italia saldamente prima in automobile».

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