«La battaglia ora è impedire che il virus passi dai più giovani agli anziani, finendo per congestionare di nuovo i servizi sanitari». Lo afferma Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, intervistato sulla Stampa da Paolo Russo.
Da uno a dieci quanto c’è da essere preoccupati con una crescita di contagi come questa? «Un numero non saprei darglielo. Ma siamo in una nuova fase con un incremento significativo dei contagi. E il fatto che sia più contenuto rispetto ad altri Paesi non deve farci prendere sottogamba la situazione. Dobbiamo intervenire subito sapendo che i provvedimenti presi oggi avranno una ricaduta non prima di 15 giorni».
Con quali limitazioni dovremo fare i conti? «Con quelle che riducono i rischi insiti nelle aggregazioni. Anche informali, come i raduni troppo estesi in famiglia, feste di compleanno, cerimonie, matrimoni. Dobbiamo limitare le presenze come nei luoghi della movida e davanti alle scuole. Sapendo che rispettare le regole oggi significa evitare misure più restrittive domani».
Con quali parametri di contagi e Rt scatteranno i lockdown locali? «C’è un lavoro che è stato condotto da tutte le istituzioni nazionali e regionali che sarà disponibile domani (ndr. oggi) nel quale si disegnano degli scenari, dove a una rapida crescita dei casi e un Rt prolungato sopra 1,25 possono corrispondere provvedimenti più restrittivi a livello locale che non è detto si traducano in veri e propri lockdown ma che potrebbero limitare ulteriormente le aggregazioni sociali».
Come lo risolviamo il problema delle file ai drive in per un tampone? «I test rapidi sono in rapidissima evoluzione e nelle prossime settimane potremmo averne, se validati, anche di salivari da poter utilizzare per gli screening, analoghi a quelli negli aeroporti o nelle scuole».