Fabio Pinelli, Vicepresidente Consiglio superiore della Magistratura, è intervenuto agli Stati Generali della Ripartenza organizzati dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia il 29 e 30 novembre 2024 a Bologna.
Ecco un estratto del suo intervento nel panel centrato sul tema “Relazioni economiche e stato di salute della Giustizia italiana“, moderato dal giornalista Giuseppe Brindisi.
“Quello che io sto cercando di fare è quello di mantenere rigoroso il rispetto delle prerogative. Il Consiglio superiore della magistratura non fa politica, non è un organo politico, non è un organo di rappresentanza politica. La rappresentanza della magistratura è un organo di amministrazione, di alta amministrazione della giurisdizione, a garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza, ma non di rappresentanza politica, quindi di governo della funzione, e le domande che hanno un rilievo strettamente politico e che riguardano prima di tutte le scelte che discrezionalmente la politica compie, è corretto che vengano poste all’autorità politica da un lato o a chi ha il compito per statuto di rappresentare politicamente la magistratura come l’Associazione nazionale dei magistrati e non il Consiglio superiore della magistratura.
Noi siamo in una fase in cui dobbiamo cercare di recuperare credibilità e autorevolezza, perché la credibilità e l’autorevolezza dell’organo non ti autogoverna, perché l’autogoverno ha tutta un’accezione corporativistica, di governo autonomo della magistratura, che per scelta del costituente è in parte laico e in parte togato e che per scelta del costituente vede un vicepresidente laico. Noi dobbiamo recuperare autorevolezza e credibilità e l’autorevolezza e la credibilità è data dalla forza istituzionale che è in grado di rappresentare.
La forza istituzionale del Consiglio superiore sta innanzitutto in chi lo presiede, cioè nel Presidente della Repubblica, ma anche dall’autorevolezza dei componenti, sia di parte togata che di parte laica, e sta nell’autorevolezza che è data dal percorso professionale di ciascuno e dalla capacità di poi rappresentare in modo corretto quella che è la funzione di garanzia propria dell’organo di governo autonomo.
Le discussioni sull’architettura costituzionale, che sono anche discussioni che trasmettono un’idea di ordinamento e anche un equilibrio dei poteri dello Stato, quindi sono ovviamente discussioni assolutamente fondamentali, non devono però avere completamente pregio e sopraffare interamente il tema del servizio giustizia ai cittadini.
Noi dobbiamo sempre pensare che tutto quello di cui discutiamo deve avere come finalità ultima il servizio giustizia che noi riusciamo a rendere ai cittadini e ovviamente il servizio giustizia ai cittadini è un servizio che è dato anche dall’architettura dell’ordinamento, ma non solo, ma anche da molti altri aspetti che riguardano gli organici della magistratura, che riguardano le risorse del personale, la digitalizzazione, l’informatizzazione, che riguarda le condizioni di lavoro dei magistrati, la geografia giudiziaria, l’edilizia giudiziaria.
Il servizio giustizia è qualcosa di davvero molto complesso e noi dobbiamo sempre pensare di accompagnare anche i ragionamenti sull’architettura costituzionale a questo secondo aspetto e il Consiglio Superiore per le prerogative di propria competenza ovviamente più riesce a governare la funzione in modo corretto e quindi per esempio a far sì che le nomine degli uffici direttivi avvengano in tempi molto rapidi, quando siamo arrivati abbiamo nominato il Presidente del Tribunale per i minorenni di Roma, quindi con tutta la tematica complessa del disagio minorile di una città, di una metropoli come Roma che era vacante dal ’21. Siamo diventati molto più efficienti.
Essere efficienti e cioè approvare le tabelle in tempo reale come stiamo facendo in linea con la Cartabia, nominare i direttivi in tempi rapidissimi, compiere tutto quello che attiene al Governo della funzione fa sì che a cascata evidentemente il servizio giustizia ai cittadini sia decisamente migliore e quindi diamo il contributo che la Costituzione vuole che il Consiglio Superiore dia nella sua funzione di organo in rilevanza costituzionale al Paese.
Poi invece per quanto riguarda il rapporto con la legge e il rapporto con l’ordinamento ho proposto una riflessione e sostengo una tesi che è posta nell’ottica dell’apertura del dibattito e la tesi è questa. A proposito del servizio giustizia ai cittadini abbiamo un grande obiettivo che è quello della certezza del diritto e della prevedibilità delle decisioni, cioè noi dobbiamo garantire ai cittadini che rispetto, semplifico, a fatti analoghi, a condotti analoghi, la risposta Napoli, Torino e Milano debba essere sostanzialmente uniforme e la Corte di Cassazione ha ovviamente nell’ambito del nostro ordinamento anche un compito di neumofilachia e quindi di riequilibrio, di diversificazione, di riunione in un punto condiviso di quelle che possono essere anche le decisioni che nell’ambito della propria legittima autonomia e indipendenza i magistrati nell’esercizio della discrezionalità compiono nel Paese. Quindi il punto chiave è certezza del diritto e prevedibilità delle decisioni.
In questo terreno molto complesso io ritengo che si sia compiuto un ulteriore passo critico, come quando si è sul pendio che ci si agita molto e si scende ancora di più, e il passaggio ulteriore oltre l’incertezza del diritto e l’imprevedibilità delle decisioni è quello della imprevedibilità del sistema giudiziario nel complesso, che va oltre quindi l’imprevedibilità della decisione alla prevedibilità della decisione. E perché il sistema sta divenendo imprevedibile?
Perché l’interpretazione conforme alla Costituzione, la non applicazione della legge interna, la questione pregiudiziale interpretativa rispetto all’ordinamento europeo, le sentenze della Corte di giustizia europea fonte del diritto oppure no. L’incidente di legittimità costituzionale, quando interviene la Corte costituzionale? Se il giudice è libero di disapplicare la legge, una legge violativa di diritti assoluti, che quindi con la disapplicazione resta in vigore e quindi non è eliminata dall’ordinamento, da un lato pone il grande tema costituzionale della sua legittimazione che nasce dalla sottoposizione solo alla legge: disapplico una legge che è la fonte di legittimazione perché ad essa sono sottoposto.
Ma dall’altro crea un’imprevedibilità di sistema, tanto che la Corte costituzionale è intervenuta con sentenze molto recenti anche per recuperare il proprio ruolo nell’ordinamento. Quando una legge è contraria e violativa dei diritti assoluti, ancorché è contraria anche di diritti assoluti all’interno di un ordinamento europeo, ma ugualmente la strada maestra resta quella dell’incidente di costituzionalità.
Questo è il tema che io ho sottoposto e lo sottopongo nell’ottica della garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura, perché l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, oltre che l’inamovibilità della magistratura per Costituzione, intanto possono essere sostenute in quanto ci sia il vincolo della legittimazione costituzionale del giudice sottoposto solo alla legge, altrimenti viene meno il radicamento costituzionale della legittimazione e quindi anche la corretta rivendicazione della magistratura alla propria autonomia e indipendenza. L’autonomia e l’indipendenza è una garanzia costituzionale inderogabile, a mio giudizio, che ben fonda la separazione dei poteri, ben rappresenta anche la separazione dei poteri nell’ordinamento, ma ovviamente è giustificata dalla nostra Costituzione perché il potere della magistratura resti sottoposto alla legge e alla Costituzione.
Allora io credo, per sintesi, che noi tutti operatori del diritto, chi riveste ruoli istituzionali, la magistratura, l’Associazione Nazionale dei Magistrati, l’avvocatura, la politica, nell’ottica del benessere dei cittadini, del servizio giustizia ai cittadini, si debba, anche grazie al grandissimo contributo della Corte Costituzionale, compiere una riflessione definitiva sulle prerogative funzionali di ciascuno all’interno di una libera democrazia”.