Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Energia pulita: l’asse Germania-Francia punta sull’idrogeno


Su Repubblica il giornalista Fabio Bogo commenta la nascita dell’asse tra Francia e Germania per lo sviluppo dell’energia pulita che ha l’idrogeno come protagonista.

“Lo Stato francese mette sul tavolo 7 miliardi come base per gli investimenti, la Germania risponde con 9 miliardi. La leva finanziaria garantita dai due governi sviluppa un potenziale enorme in termini di iniziative pubbliche e private e può mettere i due paesi in posizione di vantaggio strategico. Alimentando le proprie industrie con un’energia pulita e nel medio termine più economica di quella attuale, Berlino e Parigi renderebbero ancora più competitivo il proprio sistema produttivo e quello laterale della ricerca. L’Italia non può e non deve restare fuori da una partita così troppo importante. In primo luogo, perché il nostro Paese è stato il primo a credere nell’idrogeno come fonte di energia pulita e ha cominciato, tramite la Snam, ad investire e sperimentare concretamente il suo uso. Poi perché l’idrogeno, che qualcuno ha definito l’internet dell’energia, è non solo una fonte pulita ma un enorme acceleratore di ricchezza per il paese che ne cavalca lo sviluppo. In terzo luogo perché geograficamente siamo al posto giusto sulla via dell’energia pulita. Possiamo importare idrogeno prodotto in Nord Africa attraverso gli impianti fotovoltaici e instradarlo verso i paesi europei grazie alla nostra rete già esistente. Con l’idrogeno l’Italia può riconquistare un ruolo geopolitico smarrito. Perché ciò avvenga è necessario che lo Stato sciolga i lacci che attualmente lo legano all’idea prevalente di dispensatore di sussidi e abbia il coraggio di diventare imprenditore, prendendo l’iniziativa di guidare la trasformazione. Il Recovery Fund – conclude Bogo – può essere l’occasione di muovere le risorse verso un progetto strategico per l’energia, l’occupazione e l’ambiente. Non possiamo permetterci la frammentazione delle iniziative di sviluppo e tantomeno, come spesso accade, di non fare”.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.