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Luca Zaia (governatore Veneto): «Patto sociale a rischio. Quei leghisti in piazza? Mi rifiuto di pensare che sia la nostra linea»

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, sembra fare un passo indietro rispetto alla linea politica di alcuni esponenti del suo partito scesi in piazza per manifestare contro il Green pass e l’obbligo vaccinale, e afferma «mi rifiuto di pensare che sia la nostra linea». Zaia cita Martin Luther King, “la mia libertà finisce dove comincia la tua”; e Voltaire, “non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire”, sottolineando la sua posizione. E aggiunge «il confronto e la libertà sono il sale della democrazia».

Presidente Zaia, due citazioni che sembrano una premessa per poi dire altro.

«Non mi meraviglia che ci sia chi la pensa diversamente da me, ma ci sono due elementi da sottolineare. Primo, i toni, che devono rimanere accettabili. Secondo, non può passare lo stigma e la messa in mora di chi la pensa diversamente e fa il suo lavoro».

Parla dei No vax e di quelli che dicono “non siamo no vax ma…”?

«Parlo di un clima in cui è sempre più difficile compiere il proprio ruolo istituzionale. Siamo passati da una sanità pubblica che faceva le profilassi a scuola a un punto in cui è difficile fare un tampone perché veniamo accusati di infilare microchip nel naso dei bambini. Fare quello che abbiamo il dovere di fare sta diventando un problema», afferma in un’intervista di Marco Cremonesi per il Corriere della Sera.

Colpa della Rete o colpa dei politici?

«C’è poco da scherzare. Il tema della vaccinazione fa emergere questioni rilevantissime. Se invochiamo la libertà per qualsiasi cosa, perdiamo il minimo senso del bene comune. Oggi riguarda i vaccini, domani qualunque scelta di sanità pubblica. Eppure, noi per decenni siamo stati accompagnati da piani di sanità pubblica. La mia generazione la distingui perché sulla spalla ha la cicatrice della vaccinazione».

In tanti sostengono che il vaccino sia arrivato troppo in fretta.

«Le conoscenze per preparare un vaccino non sono quelle di 50 o 60 anni fa. Ma il problema vero è che in questo clima, se inventassero oggi la penicillina, avremmo i social pieni di gente che dice che una muffa non se la inietta. Qui sta saltando il patto sociale. E se succede è inevitabile che andiamo alla deflagrazione».

Il tema della libertà non esiste?

«Certo. E nessuno si diverte ad assumere un farmaco. Tutti, a partire dall’aspirina, hanno delle controindicazioni. Ma è pur vero che in un’epidemia, la profilassi io la faccio per me e anche per chi mi è vicino». 

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