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Sergio Marchi, Direttore Generale ISMEA: “L’agroalimentare è una miniera d’oro per l’Italia, va difeso come sistema Paese”

Sergio Marchi, Direttore Generale di ISMEA, ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza 2025 “Insieme per far crescere l’Italia”, organizzati a Bologna dal 27 al 29 novembre 2025 dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.

Il suo intervento si è tenuto nel panel “Made in Italy, prodotti dell’agricoltura e tutela della salute”, moderato dal giornalista Andrea Pancani.

Ecco l’intervista rilasciata prima di partecipare all’evento.

Direttore, oggi si è parlato di Made in Italy, di produzione agroalimentare, della tutela di questo ambiente molto importante per tutta l’Italia.

Assolutamente sì, una bellissima iniziativa questo convegno che punta l’indice sulla ripartenza e quindi sulla possibilità di puntare su alcuni settori chiave, quindi complimenti al professor Balestra. Uno dei settori chiave è sicuramente quello dell’agroalimentare.

Si tratta di una vera miniera d’oro per l’Italia: pensiamo che l’anno scorso abbiamo superato i 70 miliardi di export, è un dato incredibile, quasi 21 miliardi di prodotti di alta qualità, oltre un milione di occupati in agricoltura, siamo primi per valore aggiunto in Europa.

Sono tutti dati assolutamente positivi.

Ovviamente ci troviamo in un periodo particolare con turbulenze geopolitiche, fattori esogeni, nuovi protezionismi e quindi difendere e potenziare il sistema agroalimentare italiano significa poter vincere con la qualità, con la resilienza, con l’innovazione.

Significa fondere tradizione e innovazione, puntare sui giovani e sui nostri prodotti che sono insostituibili, per questo più resistenti degli altri e per questo continueranno a essere vincenti.

Essendo un’eccellenza italiana, l’agroalimentare ha però bisogno di tutela in questo mondo globale?

Assolutamente sì. Il Governo italiano, il Ministero dell’Agricoltura guidato dal ministro Francesco Lollobrigida, noi come ISMEA, come Istituto per i Servizi al Mercato Agricolo e Alimentare, facciamo il massimo per dare visibilità, promuovere e tutelare i prodotti dell’agroalimentare italiano.

Si tratta di farli conoscere, ma già sono noti in tutto il mondo; si tratta soprattutto di tutelarli, lottando contro il fenomeno deprecabile dell’Italian Sounding.

Significa restare e potenziare la nostra presenza sui mercati consolidati e andare a scoprire anche mercati emergenti sui quali i nostri prodotti possono vincere.

È un mix di azioni che vede protagonista l’Italia anche nel contesto europeo e mondiale.

Essendo un mix di azioni, c’è bisogno di un intervento di sistema e di dialogo tra tutti gli attori?

Sì, lo ricordavo nel mio intervento proprio qui al convegno. Faccio un esempio: la riforma del regolamento europeo sulle indicazioni geografiche è stato un vero goal del sistema Italia.

Il Governo Meloni, il Ministero dell’Agricoltura, insieme a Paolo De Castro, che era qui ospite al convegno come europarlamentare, quindi senza distinzione di colore politico, hanno lavorato insieme.

Come ricorda spesso il Ministro dell’Agricoltura, all’estero si indossa solo la maglia della Nazionale.

Il regolamento è stato riformato con maggiori livelli di tutela per l’agroalimentare italiano, potenziando e riconoscendo il ruolo dei Consorzi di tutela.

È in questa direzione che dobbiamo continuare ad andare per essere protagonisti, come già lo siamo, dell’eccellenza mondiale del cibo italiano.

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