«La vera sfida adesso è mettere in pratica i progetti essenziali per avviare celermente la transizione massiccia verso le rinnovabili che a loro volta ci consentiranno i grandi salti verso la mobilità elettrica, l’abbattimento delle emissioni dei settori industriali cosiddetti hard to abate, la produzione di idrogeno verde etc».
«È importante ricordare che i tempi li detta la Commissione europea e che quindi dovremo fare un enorme sforzo per rispettare la tabella di marcia per l’utilizzo dei fondi Pnrr». Lo ha ribadito in un’intervista a Il Corriere della Sera il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani.
«Uno dei punti chiave – ha ricordato – è che nei prossimi anni dovremo gestire, monitorare e impiegare grandissime quantità di denaro rispetto al passato, e dovremo adattare i nostri sistemi di gestione in maniera opportuna».
«Se penso al ministero della Transizione ecologica si passerà da un budget annuale di circa 1 miliardo a un budget di oltre 15 miliardi. Ovvio che anche le strutture di gestione vadano adeguate e potenziate. Però mi sembra una buona notizia: non capita spesso di dover fare cambiamenti perché ci sono risorse molto più grandi del passato da gestire».
Infine, una battuta sui 59 miliardi che proprio il suo dicastero riceverà con il Pnrr. «Ce ne sono circa altrettanti per l’istruzione e la formazione. Direi che si tratta di oltre 20 miliardi che daranno un grande impulso al capitale umano giovane, alla ricerca e allo sviluppo. Sono molto ottimista».
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