Nel 2023 l’impatto diretto del consumo turistico genera 106,8 miliardi di Pil, che diventano 206,4 miliardi se si considerano anche gli effetti indiretti che sono misurati per la prima volta con il Conto satellite presentato in questo Report.
L’occupazione nelle industrie turistiche assorbe il 14,4% delle posizioni lavorative del totale economia, mentre i redditi da lavoro dipendente erogati ammontano a 76 miliardi di euro (9,3% del totale).
La produttività media del lavoro nelle industrie turistiche (99.015 euro) è inferiore del 30% rispetto alla media del Paese.
Anche il reddito pro-capite (17.709 euro) è inferiore del 35% rispetto alla media nazionale.
In Spagna l’effetto diretto e indiretto del turismo è pari al 12,3% del Pil.
La bilancia turistica si conferma in avanzo sia per Italia (+26,6 miliardi di euro) sia, in misura maggiore, per la Spagna (+74,5 miliardi), la differenza è imputabile principalmente alle maggiori spese turistiche all’estero degli italiani.
Principali risultati
Le stime del Conto Satellite del Turismo 2023 (CST2023) introducono alcuni rilevanti innovazioni e miglioramenti di metodi e fonti e incorporano i risultati della revisione generale dei conti nazionali di settembre 2024, pertanto i risultati prodotti non sono comparabili con le precedenti edizioni del CST per l’Italia.
In particolare, a partire da questa edizione del CST oltre all’impatto diretto del consumo turistico, espressamente previsto dal Conto, viene misurato anche quello indiretto, vale a dire quello attivato dalla domanda turistica sugli altri settori economici.
Nel 2023 i flussi turistici in Italia ammontano a 777 milioni fra pernottamenti ed escursionisti.
Sebbene in costante ripresa dopo il crollo nel 2020, i flussi non raggiungono ancora i livelli del 2019, ultimo anno di riferimento prima della pandemia, ma anche, va sottolineato, anno in cui i flussi turistici hanno registrato un picco.
Nel 2023 il consumo turistico interno in Italia è stimato in 202,7 miliardi di euro a prezzi correnti.
La parte prevalente va attribuita alla spesa dei visitatori domestici (40,7% del totale), mentre i non residenti ne alimentano una quota pari al 37,5%.
Queste due componenti, spesa domestica e inbound, rappresentano il 78,3% del consumo turistico interno.
Le Altre componenti, tra le quali rientrano l’utilizzo delle seconde case per vacanza e i viaggi d’affari, rappresentano il restante 21,7% della domanda turistica.
Nel 2023 il Prodotto interno lordo attribuito al settore turistico e direttamente stimolato dal consumo turistico interno ammonta a 106,8 miliardi di euro a prezzi correnti (5% del totale).
Se tuttavia si considerano anche gli effetti indirettamente esercitati dalla domanda turistica sugli altri settori produttivi, la stima complessiva sale a 206,4 miliardi, raggiungendo il 9,6% del Pil.
Nel 2023 nelle industrie turistiche trovano allocazione oltre 4 milioni di posizioni lavorative, il 14,4% del totale economia.
Le industrie dell’Alloggio, della Ristorazione e del Commercio complessivamente considerate assorbono oltre l’80% di tutte le posizioni lavorative impiegate dalle industrie turistiche.
A partire dal CST 2023 sono stimati i redditi da lavoro dipendente erogati dalle industrie turistiche.
Questi ammontano a 76,5 miliardi di euro (il 9,3% del totale).
La bilancia turistica in positivo per oltre 26 miliardi
La domanda turistica, ossia l’insieme della spesa legata al turismo, si caratterizza in Italia per una forte componente domestica, cioè attivata a vario titolo (vacanze, lavoro, ecc.) dai residenti.
La spesa turistica dei visitatori residenti ammonta nel 2023 a 82,5 miliardi di euro a prezzi correnti e alimenta il 52% della spesa turistica interna.
Se si considera che le Altre componenti del consumo turistico sono pressoché interamente attribuibili ai visitatori residenti, la quota di questa alla determinazione della domanda turistica complessiva sale al 62,5% (126,6 miliardi).
La spesa inbound, ossia la spesa degli stranieri nel nostro Paese, ammonta nel 2023 a 76,1 miliardi di euro e rappresenta il 37,5% del consumo turistico interno.
Le entrate turistiche dovute ai flussi turistici inbound (76,1 miliardi) sono superiori alle uscite turistiche dovute ai flussi degli italiani all’esterno – outbound – (49,4 miliardi), determinando un saldo positivo.
Lo stesso accade se si considera la spesa turistica complessiva degli italiani, che si compone della spesa domestica (82,5 miliardi) e di quella effettuata all’estero (49,4 miliardi) e il cui saldo è di segno positivo.
Di rilievo, fra le voci di spesa, il prodotto dello Shopping che, nel 2023, ammonta a oltre 38 miliardi di euro a prezzi correnti, rappresentando il 19% dell’intero consumo turistico e ponendosi fra le principali voci di spesa.
Resta un elemento caratterizzante del turismo italiano l’uso in proprio per finalità turistiche delle seconde case, i cui servizi abitativi imputati sono stimati nel 2023 in 18,3 miliardi di euro.
Settore a bassa produttività e contenuti redditi pro-capite
L’occupazione nel settore turistico si caratterizza per una elevata intensità di lavoro ed è resa in settori produttivi che si caratterizzano prevalentemente per una manodopera poco qualificata.
Essa, inoltre, essendo strettamente legata al movimento dei flussi turistici, ne subisce l’andamento spiccatamente stagionale.
L’elevata variabilità delle condizioni di lavoro (turni, orari ridotti, lavoro notturno), la flessibilità e l’informalità dei contratti di lavoro che caratterizzano il settore, inoltre, contribuiscono a delineare ulteriori tratti distintivi dell’occupazione nelle industrie turistiche.
Le industrie turistiche in Italia assorbono oltre 4 milioni di posizioni lavorative, ossia il 14,4% del totale economia, contribuendo al 10,1% della produzione nazionale.
In termini di occupazione, le industrie dell’Alloggio, Ristorazione e Commercio assorbono nel loro insieme l’83,5% di tutte le posizioni lavorative impiegate nelle industrie turistiche.
È invece l’industria del Trasporto e noleggio nell’insieme considerata quella in cui il reddito pro-capite è marcatamente superiore alla media nazionale (Figura 2).
Operando un raffronto con l’intera economia, in termini di produttività pro-capite, il settore si pone al di sotto della media nazionale, con una produzione pro-capite (99.015 euro) inferiore del 30% rispetto alla media del Paese (141.839 euro).
Il differenziale aumentacol crescendo ulteriormente in termini di redditi pro-capite stimati per posizione lavorativa: con 17.709 euro di redditi medi pro-capite stimati per l’intero settore turistico, il differenziale con il corrispondente dato nazionale raggiunge il 35% (Figura 2).
Italia e Spagna a confronto
La Spagna si conferma una delle maggiori mete turistiche europee (Figura 3).
Nel 2023 il CST spagnolo stima un flusso turistico totale pari a più di 1.500 milioni di unità tra pernottamenti ed escursionisti, quasi il doppio dei 777 milioni di unità dell’Italia, con una predominanza del flusso domestico (57% rispetto al 48% dell’Italia).
Questi risultati mostrano per la Spagna un recupero quasi completo dei livelli prepandemici (-2,5% rispetto al 2019), mentre l’Italia nel 2023 risulta più indietro (-9,4% rispetto al 2019).
Nonostante questa grande differenza nel volume dei flussi, i consumi turistici italiano e spagnolo si assestano su livelli equiparabili: 202,7 miliardi in Italia, 201,3 in Spagna, rappresentando rispettivamente il 16% e il 25% dei consumi finali delle famiglie a prezzi correnti nel 2023.
Con riferimento alla spesa turistica interna (inbound+domestica), i livelli stimati per i due Paesi, 158,6 miliardi in Italia e 177 miliardi in Spagna, sono invece a favore di quest’ultima, che a differenza dell’Italia riceve un maggiore contributo dal turismo oltreconfine (101 miliardi di spesa inbound contro i 76 miliardi di spesa inbound in Italia).
Nel 2023 la bilancia turistica si conferma in avanzo sia per Italia sia per la Spagna, ma mentre il saldo fra le entrate e le uscite turistiche è stimato in 26,6 miliardi di euro per l’Italia, la Spagna ne stima ben 74,5 miliardi.
La differenza è da attribuirsi all’entità della spesa outbound, che per l’Italia ammonta, come già detto, a 49,4 miliardi di euro, risultando ampiamente maggiore dei 27 miliardi spesi dai turisti spagnoli all’estero.
A fronte di tali risultati, nel 2023 in Spagna il settore turistico ha contribuito direttamente e indirettamente al 12,3% al Pil dell’intera economia, mentre in Italia lo stesso contributo si è assestato al 9,6%.








