“Lo smog a Milano? Un’altra notizia fortemente esagerata”.
Jacopo Giliberto sul Foglio prova a fare chiarezza rispetto ai ricorrenti allarmi giornalistici: “In questi giorni – scrive – le sabbie sahariane stanno volando sopra l’Europa e i vortici concentrano la polvere gialla in alcuni punti di accumulo, come le isole Canarie in mezzo all’Atlantico oppure nell’aria che si trova nel fondo dei diversi catini, come il bacile padano o le conche balcaniche.
Così si è interrotto il periodo pulito di una settimana fa – il 10 e l’11 febbraio in un metro cubo di aria di Milano aleggiavano appena 6 o 7 microgrammi di polveri, cosa che neanche in mezzo al mare – e nel weekend l’aria è diventata opaca color duna, e per quattro giorni si è caricata di polveri finissime oltre i 100 microgrammi, polveri desertiche sommate agli inquinanti di fumi e traffico.
Bassissimi tutti gli altri classici inquinanti invernali, come gli ossidi di azoto e di zolfo e l’ammoniaca.
E per fortuna – fa notare Giliberto – l’aria era assai migliore rispetto a molte decine di altre città che rilevavano contaminazioni ben diverse rispetto ai 100-150 microgrammi padani.
Che cosa accade?
Il particolato è polvere formata da terra sollevata dalle erpicature dei campi, residui della combustione a cominciare dai fumi di legna e pellet, polverino di asfalto e gomme e così via.
D’inverno il particolato si accumula in uno strato dell’atmosfera abbastanza vicino al suolo, a poche centinaia di metri.
Alcune aree ad altissima produzione di inquinamento sono ripulite da vento e pioggia ma in altre zone del pianeta chiuse da catene di montagne, come il piano padano-veneto e le conche fra le montagne dei Balcani, il vento spesso non riesce a entrare, a rimescolare l’aria e a diluire le particelle sospese.
Non esistono rimedi e bloccare le auto nelle città non serve a niente.
Ciò che serve è il graduale cambiamento del modo di produrre, di consumare e di vivere che sta riducendo da anni l’inquinamento dell’aria dell’Alta Italia, ogni anno più pulita dell’anno precedente.
Ha scaldato gli animi il sito web di un rivenditore svizzero di apparecchi per purificare l’aria domestica, il quale – conclude – collocava Milano come la quarta più inquinata al mondo dopo Dacca in Bangladesh, Lahore in Pakistan e Delhi in India, consigliando di acquistare i suoi ottimi prodotti antismog”.








