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Pierluigi Biondi, Sindaco de L’Aquila: “Dai Comuni passa la vera crescita dell’Italia”

Pierluigi Biondi, Sindaco de L’Aquila, ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza 2025 “Insieme per far crescere l’Italia”, organizzati a Bologna dal 27 al 29 novembre 2025 dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.

Il suo intervento si è tenuto nel panel “Gli enti locali nel (e del) futuro”, moderato dal giornalista Gianni Trovati.

Siamo agli Stati Generali della Ripartenza, un luogo che ha fatto del dialogo il suo principio fondante. Quindi imprese, istituzioni, società civile, corpi intermedi, tutti con un obiettivo comune che è quello di far crescere l’Italia.

Sì, nella crescita dell’Italia i Comuni recitano un ruolo essenziale perché sono i primi erogatori di servizi nei confronti dei cittadini, perché si occupano della formazione, della cura delle famiglie, di asili e scuole.

Questi momenti di confronto sono essenziali perché da un lato alcuni importanti protagonisti della vita pubblica, penso per esempio ai magistrati della Corte dei Conti con cui ci siamo confrontati, aprono delle porte di dialogo che concorrono a semplificare la vita degli amministratori locali e quindi a semplificare la vita dei cittadini.

Il tutto dentro un perimetro di regole chiare che garantiscono trasparenza, legittimità degli atti ma senza paralisi.

Si è parlato degli enti locali oggi e anche il Presidente della Repubblica ha sottolineato la necessità della riforma degli enti locali. È una direzione che il Governo ci ha detto che vuole prendere in questo momento? Per voi è molto importante?

Sì, c’è un tavolo aperto per la riforma del testo unico degli enti locali.

Bisogna chiarire esattamente dove vogliamo portare questa riforma, innanzitutto ripartendo dal ruolo che vogliamo dare alle Province.

Lo ha ricordato il Presidente della Repubblica all’Assemblea dell’Unione delle Province Italiane due giorni fa a Lecce. Le Province vanno riportate al loro principio originario di sovranità popolare, quindi di elezione diretta del Presidente e dei Consigli provinciali.

Questo serve alle Regioni nel loro ruolo di programmazione, serve ai Comuni, soprattutto a quelli più piccoli, perché hanno un punto di riferimento di governo del territorio sovracomunale che ottimizza le risorse e le scelte.

Serve anche alle città medie, serve anche alle grandi aree. Bisogna rimettere un po’ d’ordine dopo che fino a dieci anni fa questa ondata anticasta ha disintegrato le comunità montane e depotenziato le Province senza ridurre i costi della politica e senza moralizzarla.

È ora di tornare alla sobrietà, ma anche al rispetto delle prerogative della politica.

L’Aquila è un po’ il simbolo della ripartenza perché ha avuto un grande terremoto che l’ha sconvolta e oggi invece l’Abruzzo e L’Aquila sono modelli da seguire.

L’Aquila è stato il più grande esperimento moderno di rinascita dopo un trauma importante come il terremoto.

Un capoluogo di regione come non era mai accaduto, con le sue funzioni, con le sue necessità, con i suoi interessi e anche con la sua attrattività nei confronti dei territori circostanti.

Oggi, a distanza di sedici anni e mezzo, possiamo dire che quel modello ha funzionato, che l’impegno e le promesse sono state rispettate.

Oggi L’Aquila è una città viva che porta naturalmente ancora in parte le ferite della notte del 6 aprile 2009, ma rappresenta anche un elemento di fiducia per tutti coloro — penso in particolar modo ai cugini del Centro Italia — che sono ancora alle prese con una ricostruzione difficile.

È un esempio di fiducia che potrà essere dato in futuro a coloro che, speriamo di no, ma eventualmente dovessero vivere situazioni difficili come le nostre.

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