Le differenze nel Pnrr di Draghi sono «in particolare sull’attenzione a orientare le risorse verso i capisaldi strategici indicati dall’Europa, sugli investimenti per la digitalizzazione e per il contrasto ai cambiamenti climatici. In secondo luogo per il raggiungimento di una maggiore crescita economica».

«Si intravede una chiara priorità nel capitolo delle riforme, volte a superare molte delle debolezze strutturali che caratterizzano il nostro Paese. Non vanno dimenticate le misure dirette a abrogare o modificare le norme che frenano la concorrenza». Così Pier Carlo Padoan, ex ministro e presidente di Unicredit, sul ‘Quotidiano Nazionale’.

«Queste risorse costituiscono un’opportunità che l’Europa e l’Italia devono saper cogliere – dice -. Serviranno a finanziare nel prossimo triennio nuovi investimenti e a sostenere e rilanciare la crescita senza incorrere in un maggiore deficit di bilancio».

«Un modo per districare l’impatto sulla crescita del Pnrr italiano è guardare al previsto aumento degli investimenti pubblici, che potrebbe essere una variabile cruciale nella prossima ripresa guidata da questa immissione di liquidità e potrebbe da sola fornire una spinta alla crescita del Pil nel 2021-26 da circa 1,1 a 1,7 punti percentuali».

I 100 miliardi tra digitale e transizione ecologica, prosegue, «sono tutte risorse che mirano a modernizzare il nostro Paese, nella direzione della transizione digitale ed ecologica e di una maggiore coesione ed inclusione sociale. Per quanto riguarda la digitalizzazione, l’obiettivo è promuovere l’innovazione nella pubblica amministrazione».

«Ritengo importante che la missione ‘Istruzione e Ricerca’ sia quella a cui viene destinata una più alta quantità di risorse, dopo quelle per il green ed il digitale. L’Italia deve puntare con determinazione a migliorare la qualità del proprio capitale umano».

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