Non c’è spazio per i sentimenti nel calcio moderno, scrive Francesco Cerisano su Italia Oggi, commentando la vicenda dello stadio San Siro di Milano, destinato a scomparire per fare posto a un nuovo impianto.
Gli affari sono affari e per competere a livello globale su un mercato drogato dagli stipendi esorbitanti dei calciatori (e dalle provvigioni dei procuratori), i club devono incassare.
Non tanto con gli introiti da botteghino (che pesano sempre meno nel bilancio di una società) quanto piuttosto dai diritti televisivi e dai servizi offerti al pubblico (ristoranti, bar, parcheggi, negozi, musei) che da business collaterale stanno assumendo un’incidenza sempre più preponderante sui conti.
Per farlo servono impianti moderni ed efficienti che soddisfino gli stringenti requisiti di sostenibilità, accessibilità e sicurezza voluti dall’Uefa e, perché no, incrementino gli spazi per fare soldi (business lounge, skybox, aree hospitality, meet and greet zone ed altri infighettamenti vari) a scapito dei posti a sedere.
Ché tanto del tifoso medio non importa a nessuno.
L’Italia si sta adeguando ora, costretta dai requisiti stringenti imposti dall’Uefa per l’organizzazione del Campionato europeo 2032 assegnato al nostro Paese insieme alla Turchia.
Il giudizio dell’Uefa sui nostri impianti è stato impietoso: nessuno degli stadi esistenti, a parte lo Juventus Stadium di Torino, è in regola.
Nemmeno la “Scala del Calcio”, lo stadio di San Siro a Milano che non rispetta oltre il 50% dei parametri.
Per questo, come deciso ieri da Palazzo Marino, lo stadio simbolo del calcio italiano sarà venduto a Inter e Milan che lo abbatteranno quasi completamente (sopravviverà solo una parte del secondo anello) per far posto a un impianto nuovo di zecca.
Non sarà la prima volta che le ruspe demoliranno la storia del calcio.
È già accaduto ad Highbury Park (la storica casa dell’Arsenal dal 1913 al 2006) trasformato in un condominio dopo la costruzione dell’Emirates Stadium.
Per non parlare di Wembley, abbattuto nel 2002 e ricostruito tra le polemiche perché il progetto dell’archistar Norman Foster non prevedeva di salvare le celebri Torri Gemelle neoclassiche della facciata.
Furono rase al suolo per costruire un nuovo impianto modernissimo ma decisamente brutto.
Il precedente è inquietante perché toccherà proprio a Foster disegnare il nuovo San Siro.
La speranza è che possa essere più ispirato.








