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Nel mondo vale soltanto la legge del Paese che ha più forza | L’analisi di Luigi Chiarello

Le due sponde dell’Atlantico sono più lontane, afferma Luigi Chiarello su Italia Oggi.

Dopo aver inasprito i commerci con i dazi, rottamando il Wto, il lavorio di Trump «per la pace» moltiplica il disordine.

Sono i dati a dirlo. La diplomazia in Ucraina e Medio Oriente è all’angolo; il massimo che porta a casa è uno scambio di prigionieri.

L’Onu non incide, paralizzata dai veti in Consiglio di Sicurezza. Il diritto internazionale crepa sotto i colpi della legge del più forte.

Col paradosso che un invasore, Putin, viene proposto dalla Casa Bianca come “mediatore” tra Israele e Iran, mentre intensifica le bombe sui civili ucraini e moltiplica le truppe ai confini con l’Ue.

Non accade per caso. Trump reputa l’Europa unita “una fregatura” e scarica pure i partner del G7 per “affari da sbrigare”.

Ma resta sempre il Cremlino la fucina di questa deriva.

Con l’invasione dell’Ucraina e la paralisi delle Nazioni Unite, Putin ha dimostrato un’ovvietà: se il direttorio Onu è incapace di decidere, ogni regola internazionale è calpestabile.

Prevale solo la forza. Senza limiti.

Così Mosca ha resuscitato l’ideologia di guerra come «sola igiene del mondo» (diceva Marinetti), derubricato il terrore dell’atomica a slogan contro il nemico, spedito al macero ogni pudore per le armi.

L’ordine mondiale è a pezzi. E Netanyahu ne ha approfittato.

Del resto, il nucleare iraniano è una minaccia concreta per Israele (fonte Aiea), così come lo è per i vicini stati arabi.

E sebbene la teocrazia non abbia mai attaccato frontalmente Tel Aviv, ha sempre usato le sue truppe mercenarie da essa finanziate e pilotate (Hamas, Houthi, Hezbollah) per aggredire lo stato ebraico.

Ciò significa che, solo in apparenza, la guerra scatenata da Bibi ricalca la narrativa che Putin usa per la sua invasione: per Mosca conquistare Kiev evita che diventi paese Nato, cioè esca dal suo dominio; per Israele attaccare Teheran è pura difesa a fini esistenziali.

Oggi il mondo va per le spicce e sono le grandi potenze a imporlo.

Nel 2003, il segretario di Stato Usa, Powell, dovette esibire prove false per attaccare l’Iraq sotto ombrello Onu.

Ora la copertura legale non serve più.

Solo l’Ue, divisa e ininfluente, resiste all’idea di un mondo senza regole. Apparendo velleitaria.

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